La recensione di Men In Black International, quarto film della saga. Chris Hemsworth e Tessa Thompson in un mix di fantascienza, commedia, intrighi per una storia già vista.
Un’eredità pesantissima
Il reboot dei MIB
Era il 1997 quando al cinema arrivò il primo Men In Black, diretto da B. Sonnefeld con Will Smith e Tommy Lee Jones ad interpretare gli agenti J e K. Il film fu un grandissimo successo per tutti gli amanti del fumetto Marvel The Men in Black (uscito nel 1990). Ma fu apprezzatissimo anche da tutti coloro che si interessarono al film spinti dalla sola curiosità verso un mondo tutt’oggi sconosciuto. Il mondo del cinema è ricchissimo di reboot. E quindi era una mera questione di tempo prima che vedessimo realizzare l’ennesimo spin-off di una saga così tanto amata. Purtroppo le aspettative erano già nefaste, ed il risultato rasenta la sufficienza.
Protagonisti di questo spin-off sono Chris Hemsworth (H) e Tessa Thompson (M), insieme ancora una volta dopo i ruoli di Thor e Valchiria nel MCU.
Durata 115 min
Regia F. Gary Gray
Cast
Chris Hemsworth: Agente H
Tessa Thompson: Agente M
Liam Neeson: Direttore High T
Rafe Spall: Agente C
Emma Thompson: Agente O
La trama in sintesi
La pellicola inizia con un flashback che vede gli agenti H e T (Liam Neeson) affrontare dei terribili alieni in un’epica battaglia sulla Tour Eiffel. Successivamente si fa un secondo salto temporale per vedere la piccola Molly coinvolta in un incontro del terzo tipo. Nella scena vediamo anche il suo primo contatto con i Men In Black che, non rendendosi conto della bambina, non le cancellano la memoria. Molly, una volta cresciuta, è sempre più incuriosita dai MIB e con ogni forza prova ad entrare nella loro squadra. Grazie all’Agente O (interpretata da Emma Thompson, unico cameo dai precedenti tre capitoli) riesce ad ottenere un periodo di prova. Molly diventa quindi l’Agente M, ed in coppia con H, dovrà affrontare un emblematico caso che minerà l’integrità di tutta l’associazione Men In Black.
We are Men… and Women in Black
Tutta la saga di Men in Black si basa su un delicato equilibrio tra comicità e fantascienza, ha un ritmo appassionante, e una trama semplice, senza essere mai scontata. Tuttavia in questo quarto capitolo, Men In Black International, assistiamo ad un film che è debole in tutti questi aspetti. Men In Black International è una pellicola che punta quasi unicamente sulla fama e sul carisma dei personaggi precedenti dei due protagonisti: Thor e Valchiria (Marvel).
I due avviano ripetutamente siparietti con battute basate su tematiche di genere, razza e sul ruolo della donna.
Men in Black International è un classico blockbuster estivo. Si rivolge più che altro ai giovanissimi, e ai fan meno puristi della saga che cercano un po’ di frescura all’ombra dello schermo cinematografico in queste calde giornate di luglio. Vorrebbe ricalcare le fondamenta dei precedenti capitoli, ma al di fuori di occhiali da sole, abiti neri, armi avanzatissime e la meravigliosa musica di Danny Elfman ne siamo lontani. Per quanto bravissimo in ruoli comici e volutamente goffi, lo stesso Chris Hemsworth non raggiunge l’esuberanza di un giovanissimo Will Smith. Ma il risultato che si ottiene è comunque quello di un film piacevole, che sa prenderti e trasportarti per un’ora e mezzo in un luogo magico e incantato. Del resto… non è proprio questo il ruolo del cinema?