Recensione di Jojo Rabbit: una simpatica commedia tenera ma coraggiosa dell’era più buia dell’ultimo secolo, il periodo nazista.
Il regista neozelandese Taika Waititi segue un percorso netto e costante nel suo racconto, portando alla luce un aspetto non da tutti valutato, ovvero la facilità con cui le credenze naziste abbiano potuto corrompere un’intera nazione.
Nessuno nella storia del cinema ha affrontato il tema del nazismo come Jojo Rabbit, nemmeno Benigni nella sua La Vita è Bella, Charlie Chaplin o Mel Brooks avevano adottato questi toni. L’aspetto più interessante di questo film è dato dalla sua capacità creativa e coraggiosa: nessuno realizza una commedia su un bimbo nazista di 10 anni e il suo migliore amico immaginario, Adolf Hitler. Jojo Rabbit è stato un rischio enorme.
Nonostante queste premesse il film del regista neozelandese è dolce, audace, ti smuove qualcosa nel profondo. Rende i nazisti dei perfetti buffoni, schernendoli mettendo in rilievo l’assurdità dei loro dogmi, i dogmi di una nazione intera.
Durata 108 min
Regia Taika Waititi
Cast
Roman Griffin Davis: Johannes “Jojo Rabbit” Betzler
Thomasin McKenzie: Elsa Korr
Taika Waititi: Adolf Hitler
Sam Rockwell: Capitano Klenzendorf
Scarlett Johansson: Rosie Betzler
Jojo Rabbit ispirato dalla letteratura
Waititi scrisse la sceneggiatura, ispirato dal romanzo di Caging Skies di Christine Leunens, quasi dieci anni fa. È riuscito però a portarlo in scena solo dopo la ventata di fama e popolarità ricevuta dopo il successo di Thor: Ragnarok nel 2017 (Marvel addicted? Scopri tutta la timeline dei film Marvel in ordine!).
Jojo Rabbit: La trama nel dettaglio
Jojo, 10 anni e un amico immaginario...
Il film è ambientato negli ultimi giorni della Seconda Guerra Mondiale, e ci mostra la vita del piccolo Johannes (soprannominato Jojo Rabbit), un giovane nazi-fanatico che ha nel Führer (interpretato dallo stesso Waititi) il proprio amico immaginario. La sua psiche è votata alla ricerca costante dell’accettazione da parte dei suoi coetanei, fa tutto quello che un giovane nazista deve fare, senza sapere il perché. L’interpretazione di Waititi è genuina, evita ogni qualsiasi velleità di imitazione diretta. Il suo Hitler ha la forma, i pensieri, le parole di un dittatore generato dalla mente di un bambino.
Nel corso dei giorni Jojo scopre che la madre (Scarlet Johanson) tiene coraggiosamente nascosta in casa una ragazzina ebra, Elsa. Scoperta da Jojo i due diventano subito nemici dichiarati, ma giungono a patti per proteggersi. Così l’indrottinamento fanatico nazista andrà via via svanire nella giovane mente del ragazzo, e lascerà spazio alla forza più grande che c’è: l’amore.