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La curiosità è terminata. “65 – Fuga dalla Terra”, diretto da Scott Beck e Bryan Woods e prodotto da Sam Raimi, è arrivato nelle sale italiane. Adam Driver – che torna al cinema dopo “Rumore bianco”(2022) – è il protagonista maschile, MIlls, un astronauta che, dopo un disastroso incidente, sarà bloccato sulla Terra, nel periodo cretaceo, quindi ben 65 milioni di anni fa. bloccato su un misterioso planetoide. Assieme ad una sola sopravvissuta (Ariana Greenblatt), dovrà cercare di salvarsi la pelle e tornare al suo pianeta. Prima di andare al cinema, ecco la nostra recensione – come al solito – senza spoiler e che vi aiuterà a farvi un’idea della pellicola.

https://www.youtube.com/watch?v=5V2LnH25jEI
LA TRAMA

Dopo un catastrofico incidente su un pianeta sconosciuto, il pilota Mills (Adam Driver) scopre rapidamente di essere effettivamente bloccato sulla Terra… 65 milioni di anni fa, quindi nel periodo Cretaceo. Ora, con una sola possibilità di salvataggio, Mills e l’unico altro sopravvissuto, Koa (Ariana Greenblatt), devono farsi strada attraverso un terreno sconosciuto pieno di pericolose creature preistoriche in un’epica lotta per la sopravvivenza.

Recensione di 65 – Fuga dalla Terra
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INFO & CAST
Anno 2023
Durata 93 min
Regia Scott Beck, Bryan Woods

 

Cast
Adam Driver: Mills
Ariana Greenblatt: Koa
Chloe Coleman: Nevine
Nika King: Alya

LA RECENSIONE

Una storia accattivante ma che si frammenta man mano

Le premesse per qualcosa di interessante c’erano tutte. La storia è accattivante, il protagonista maschile è uno dei più bravi attori della Nuova Hollywood ma il film dei registi Scott Beck e Bryan Woods (anche sceneggiatori della pellicola), si spacca letteralmente in due parti di diverso spessore e interesse. È magnetica la storia di Mills, pilota che proviene dal pianeta Somaris, tecnologicamente avanzato, che accetta questa spedizione spaziale di due anni solo per guadagnare abbastanza per poter curare la malattia di sua figlia. Quando si schianta, si accorge che assieme a lui è sopravvissuta Koa, una bimba che non parla la sua lingua ma che proteggerà fino alla fine per poter raggiungere insieme la capsula che si trova a 15km dallo schianto e che potrebbe riportarli sul loro pianeta. Tutto questo, come già avrete letto, accade 12 ore prima dell’estinzione della Terra. Le ambientazioni sono fantastiche, gli attori bravissimi, le scene d’azione sono fenomenali, la fotografia e il montaggio perfetti, le musiche di Danny Elfman sono sempre all’altezza di qualsiasi situazione, ma l’idea iniziale si frammenta man mano che si va avanti nella visione.

Recensione di 65 – Fuga dalla Terra

Troppi déjà vu

Cosa c’è che non funziona? Nella seconda parte, in pratica, si assiste a dei deja vu continui. I registi hanno sempre affermato di essere grandissimi fan della saga spielberghiana di “Jurassic Park”, ma ricalcare quel genere, aggiungendo la componente sci-fi, apocalittica e familiare non riesce a farne un progetto originale o “diverso” da molti altri (ci vengono in mente “Passengers”, le ambientazioni di “After Earth” e tante, troppe altre pellicole). Certo, i dinosauri sono diversi, sono bestie ancora più feroci, la CGI è impeccabile, la suspense è buona in alcuni momenti ma dalla premessa iniziale si potevano prendere altri sentieri, esplorare qualche strada diversa, sfruttando vari elementi che preferiamo ovviamente non spoilerarvi.

IN CONCLUSIONE

In conclusione, la carenza di idee originali e il fatto di appoggiarsi alle tre colonne della backstory di Mills/Driver, della caduta sulla Terra nell’era Cretacea e in via di estinzione e della fuga per la salvezza non si sono rivelate sufficienti a giustificare il seppur basso budget di 45 milioni di dollari. Speriamo che il botteghino almeno ci dia torto, anche se, nel momento in cui stiamo scrivendo, gli incassi sono a 56 milioni di dollari circa globalmente. Prevedibile ma molto carina è, invece, la scena finale, girata bene e molto impattante. Ma il valore registico di Scott Beck e Bryan Woods, infatti, non è mai stato messo in dubbio. “65 – Fuga dalla Terra” è in pratica un diamante grezzo tagliato e sfruttato male ed è un vero peccato.

Il voto di Cinefily

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