Tante domande irrisolte, mille dubbi da dissipare: ecco tutto, ma proprio tutto sullo sciopero degli attori che sta sconvolgendo l’industria cinematografica. Perché scioperano? Quali sono i grandi nomi coinvolti? È tutto colpa dello streaming e dell’intelligenza artificiale? Ma soprattutto quando rivedremo gli attori sullo schermo?
Lo sciopero è stato indetto giovedì mattina 13 Luglio dal sindacato degli attori statunitensi Sag-Aftra (formato nel 2012 dalla fusione tra lo Screen Actors Guild e l’American Federation of Television and Radio Artists), dopo il fallimento delle negoziazioni con l’AMPTP (Alliance of Motion Picture and Television Producers), che rappresenta i dirigenti degli studi cinematografici. Sag-Aftra conta circa 160.000 membri: attori in film e serie TV, oltre a performer di videogiochi, speaker radiofonici, modelli e influencer di YouTube. Tecnicamente, il sindacato copre solo gli Stati Uniti, ma la sua regola globale numero uno impone ai membri di ritirarsi da qualsiasi produzione in qualunque parte del mondo.
Chi è il carismatico leader di Sag-Aftra?
Non te lo aspetteresti mai! Ma il presidente e portavoce del sindacato è Fran Drescher, che forse ricorderai dalla serie TV degli anni ’90 “La Tata“. Dopo aver affrontato una certa critica per essere partita in Italia per un servizio fotografico con Kim Kardashian mentre le negoziazioni erano sull’orlo del fallimento, la Drescher è tornata con un discorso infuocato, in cui ha deriso i dirigenti degli studi (“Invocano la povertà, dicendo di perdere denaro a destra e sinistra mentre danno centinaia di milioni di dollari ai loro CEO. È disgustoso. Vergogna su di loro.“) e ha evocato lo spirito della Rivoluzione Francese: “Alla fine, il popolo abbatterà le porte di Versailles, e allora sarà finita!“.
Chi sono i principali sostenitori?
Una prima lista delle celebrità di primo livello che sostengono lo sciopero è arrivata due settimane fa, quando una lettera di Sag-Aftra che esprimeva la volontà di scioperare è stata firmata da nomi come Meryl Streep, Jennifer Lawrence, Charlize Theron, Joaquin Phoenix, Jamie Lee Curtis, Olivia Wilde e Ewan McGregor. Venerdì poi, George Clooney si è aggiunto, definendo lo sciopero come “un punto di svolta nella nostra industria” e affermando che è necessario un cambiamento affinché “il nostro settore sopravviva“. Altri grandi nomi che hanno dato il loro sostegno nelle ultime 24 ore includono John Cusack e Mark Ruffalo. Non ci sono stati dissidenti: sembra che tutti gli attori statunitensi siano a favore dell’azione.
Cosa vuole Sag-Aftra? E perché non riescono a ottenerlo?
Uno dei principali compiti del sindacato è quello di negoziare i termini con gli studi: l’ultimo accordo importante è stato firmato nel luglio 2020, ma è stato quasi immediatamente compromesso dalla pandemia di Covid. Quell’accordo sarebbe scaduto il 30 giugno 2023, da qui l’inizio delle negoziazioni. Uno dei principali punti di contesa sembrano essere i diritti residuali legati ai pagamenti che gli attori ricevono per le ripetute proiezioni di film o serie TV. Altro punto centrale e delicato è la questione di chi possiede l’immagine di un attore se riprodotta da un’intelligenza artificiale. I negoziatori di Sag-Aftra stanno richiedendo diritti residuali basati in parte sul numero di spettatori dei servizi di streaming, ma gli studi – che includono Netflix e Amazon oltre a Disney – non sono disposti a condividere le informazioni.
Streaming e AI hanno cambiato tutto?
Lo streaming non solo ha ucciso i film a medio budget o le serie TV lineari, ma ha anche cambiato il modo in cui film e serie vengono presentati al pubblico e i possibili ricavi. I servizi di streaming guadagnano grazie agli abbonati, in questo modello di business i film e le serie diventano dunque essenzialmente dei materiali promozionali per incentivare gli abbonamenti. Inoltre, rimangono lì in modo permanente, senza “ripetizioni” e questo sistema rende difficile valutare il loro valore in termini di compensazione economica. Da qui la discussione sui diritti residuali, resa ancora più difficile dal rifiuto dei servizi di streaming di rivelare quanti spettatori li guardino. In quest’ottica man mano che le serie e i film sui servizi di streaming diventano sempre più grandi e vengono seguiti da un pubblico sempre più vasto, il valore dei diritti residuali diventa sempre più significativo.
E l’intelligenza artificiale?
Sei mesi fa, nessuno pensava troppo all’intelligenza artificiale, ma le cose si muovono velocemente: ed oggi l’AI è diventata una vera e propria minaccia esistenziale. Al momento, le immagini generate dall’intelligenza artificiale sembrano non essere abbastanza sofisticate per sostituire completamente la produzione cinematografica tradizionale, ma la velocità dell’apprendimento automatico sta preoccupando tutti. L’AMPTP ha dichiarato di aver presentato una proposta “rivoluzionaria” sull’IA, ma il capo negoziatore di Sag-Aftra, Duncan Crabtree-Ireland, ha respinto questa proposta: “Hanno proposto di scansionare le nostre comparse, pagarle un giorno di stipendio e far si che le loro aziende posseggano quella scansione, la loro immagine, per poterla poi utilizzare per il resto dell’eternità su qualsiasi progetto desiderino, senza consenso e senza compensazione. Quindi, se pensate che sia una proposta rivoluzionaria, vi consiglio di ripensarci”.
Ma gli attori non sono tutti ricchi?
Recitare è un po’ come il mondo dello sport: ci sono una serie di grandi protagonisti con guadagni elevati e poi tutti gli altri, alcuni dei quali guadagnano una cifra decente, ma la maggior parte non si avvicina nemmeno a quella. Sono queste le persone in nome delle quali Tom Cruise è andato su tutte le furie durante le riprese di Mission: Impossible: “Puoi dirlo alle persone che stanno perdendo le loro case perché la nostra industria è chiusa! Non metterà cibo sul loro tavolo o pagherà l’educazione universitaria!”. Matt Damon ha ricordato ai giornalisti le difficoltà della vita di molti attori statunitensi: “Per ottenere una copertura sanitaria, servono 26.000 dollari e molte persone si trovano al limite e i pagamenti residuali li aiuterebbero a superare quella soglia. Questo non è un esercizio accademico. Questa è la vita reale, questione di vita o di morte“.
Come finirà? Quanto sono forti i sindacati?
Sotto un certo punto di vista gli Stati Uniti potrebbero essere la patria delle dispute sindacali (circa 1.100 morti dal 1850, secondo il conteggio di Wikipedia), ma la Sag-Aftra è probabile che faccia davvero un colpo potente. Per una cosa, i suoi membri di spicco sono molto più visibili rispetto a quelli del sindacato degli sceneggiatori, la WGA, il cui sciopero è iniziato a maggio. E la scomparsa degli attori significa che le riprese, la parte più costosa in termini di denaro del processo di produzione, devono fermarsi immediatamente. Entrambe le parti stanno giocando a un gioco lungo: attori e sceneggiatori scommettono che il flusso di produzioni, già esiguo a causa del Covid, costringerà gli studi a tornare al tavolo dei negoziati, mentre i dirigenti stanno cercando di sconfiggere i sindacati nel modo tradizionale.
Quali sono gli altri effetti immediati?
Oltre a interrompere la maggior parte delle riprese, le clausole specifiche delle condizioni di Sag-Aftra indicano che gli attori non potranno più promuovere gli show e i film che hanno già realizzato. Da qui il cambio dell’orario di inizio della première londinese di Oppenheimer, in modo che il cast potesse sfilare sul tappeto rosso prima della scadenza delle 20:00. Il divieto promozionale si estende anche ai social media, con le star ora costrette a tacere riguardo ai loro prossimi lavori. Ciò significa anche che i talk show avranno notevolmente meno attori per il futuro e qualsiasi intervista stampa o radiofonica programmata a partire da venerdì scorso è stata cancellata.
Cosa ci aspetta nei prossimi mesi?
L’effetto più urgente si avvertirà nei festival autunnali – su tutti Venezia, Telluride e Toronto – che iniziano alla fine del prossimo mese. Tutti e tre si basano fortemente sulla presenza di star americane per lanciare film in cerca di candidature agli Oscar. Tuttavia, senza le star per promuoverli – senza apparizioni sfarzose sul red carpet, senza interviste ai giornalisti – gran parte dell’attrattiva di tali eventi verrà meno. Venezia dovrà decidere se confermare la proiezione del film di apertura Challengers, visto che la copertura in persona dovrà concentrarsi esclusivamente sul regista Luca Guadagnino anziché sulle star Zendaya e Josh O’Connor. Altri film non ufficialmente annunciati per i festival autunnali potranno invece ricalibrare le loro strategie. Il film su Ferrari di Michael Mann potrebbe comunque essere proiettato, ma senza la presenza della star Adam Driver. Ancora più spinosa diventa la situazione quando a produrre o dirigere un film è anche un attore. Questo è proprio il caso di Bradley Cooper che ha scritto, prodotto, diretto e recitato nel biopic su Leonard Bernstein, Maestro. Cooper potrebbe infatti promuovere il film come produttore e regista, ma dovrebbe rifiutare qualsiasi domanda riguardo alla sceneggiatura o alla sua interpretazione.