Finalmente, è arrivato. Dal 20 settembre potremo vedere nei cinema italiani l’atteso “Gran Turismo – La storia di un sogno impossibile”(“Gran Turismo”), diretto dal bravissimo Neill Blomkamp. La pellicola è l’adattamento per il grande schermo della famosissima serie di videogiochi “Gran Turismo” che segue la storia vera di Jann Mardenborough, adolescente giocatore di eSport che diventa un pilota professionista della Nissan grazie alla sua bravura nei videogiochi. Il cast è assurdo, il trailer è sensazionale e noi non vediamo l’ora di vederlo in sala.
LA TRAMA
Dal video game alla realtà.
Basato sulla storia vera di Jann Mardenborough, il film è il racconto del desiderio esaudito di un adolescente giocatore di Gran Turismo (Archie Madekwe), le cui abilità di esperto giocatore lo hanno visto vincere una serie di competizioni Nissan per diventare un vero pilota professionista di auto da corsa.
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INFO & CAST
Durata 134 min
Regia Neill Blomkamp
Cast
Archie Madekwe: Jann Mardenborough
Djimon Hounsou: Steve Mardenborough
Orlando Bloom: Danny Moore
David Harbour: Jack Salter
LA RECENSIONE
“Gran Turismo – La storia di un sogno impossibile” è il classico racing drama a cui manca lo slancio registico che poteva renderlo eccellente
Il primo videogame di “Gran Turismo” è uscito nel 1997 e da allora fino al 2022, tutta la serie, ha venduto circa 90 milioni di copie. Ora, potete immaginare le aspettative che c’erano sul film e sul regista Blomkamp che non poteva assolutamente deludere i fan. Ebbene, diciamo subito che la pellicola è molto godibile, anche se ci aspettavamo qualcosina in più, quello slancio, quella licenza registica che poteva fare veramente la differenza. Il regista, anche sceneggiatore con Jason Hall e Zach Baylin, aveva già tra le mani una storia vera molto forte. Infatti, per chi non lo sapesse, il giovane Mardenborough ha espresso la sua passione per le auto da corsa e le gare giocando a Gran Turismo. Tutto cambia dal 2011 in poi, quando entra alla GT Academy, la competizione internazionale organizzata da Nissan, Sony e Polyphony Digital che permette ai piloti migliori di Gran Turismo di mettersi alla prova anche su piste reali. Jann stracciò l’agguerrita e numerosa concorrenza, entrando nel team Nissan e riuscendo a costruire una grande carriera. Detto ciò, Blomkamp riporta tutto ai giorni nostri, mantenendo un plot estremamente classico che vede il protagonista esprimere la propria passione giocando, per muovere poi i primi passi alla GT Academy, tra grosse crisi, sacrifici e trionfi, barcamenandosi tra rivali e incidenti spettacolari.
L’action c’è ma manca lo slancio registico
Intendiamoci, non siamo ai livelli di “Rush”(2013), ma Blomkamp sa creare un ritmo molto coinvolgente, catapultandoci nella vita del giovane Jann e facendoci vivere con lui l’adrenalina delle corse, sempre ben congegnate, coreografate e credibili. Il regista riesce anche a non snaturare l’origine da “videogame”, ma lo fa senza rendere il tutto posticcio o pieno di CGI, facendo un uso sapiente dei droni, delle scene al rallentatore e degli incidenti che sono godibilissime. Certo, preferisce non “sporcarsi le mani”, andando sul sicuro, senza dare una sua cifra registica al di fuori degli schemi, ma ad ogni modo ciò non inficia l’obiettivo finale. Ad aiutarlo nell’impresa ci sono la fotografia di Jacques Jouffret e le musiche di Lorne Balfe e Andrew Kawczynski, mentre il montaggio di Colby Parker Jr. e Austyn Daines, soprattutto nella parte centrale, ci è appare un po’ confuso. Perfetti, invece, sono i costumi di Terry Anderson e le scenografie di Tracey Walls.
La parabola di Jann resta il punto forte del film
L’aspetto più riuscito e coinvolgente della pellicola è proprio l’attitudine del protagonista, la sua voglia di fare, il suo entusiasmo e la sua dedizione assoluta, la forza di andare contro lo scetticismo dei suoi mentori, dei colleghi e di suo padre, dimostrano una caparbietà fuori dal comune. Archie Madekwe, già visto in “Teen Spirit – A un passo dal sogno”(2018), “Midsommar – Il villaggio dei dannati” e nella serie “See”(2019-2022), incarna alla perfezione le sue ambizioni, così come perfettamente calato nella parte di suo padre Steve è il bravissimo Djimon Hounsou, col quale inizialmente avrà un rapporto molto conflittuale. Bravissimo David Harbour nel ruolo dell’allenatore ed ex pilota Jake Salter, mentore che, come il padre del ragazzo, non crede molto nelle sue capacità, ma si ricrederà ben presto. Orlando Bloom è, invece, Danny Moore, team manager scettico come Salter. Il suo è un ruolo che non esiste nella realtà dei fatti (come quello di Salter del resto) e rispetto agli altri convince a metà, ma solo perché forse non è stato sviluppato a dovere. Insomma, “Gran Tursimo – La storia di un sogno impossibile” è un buon prodotto che poteva essere eccellente se qualcuno (Blomkamp) avesse mollato un attimo i freni.
Il voto di Cinefily