Bradley Cooper è regista e protagonista di “Maestro”, il biopic di Netflix sul leggendario compositore e direttore d’orchestra statunitense Leonard Bernstein. La pellicola è incentrata principalmente sulla sua storia d’amore con la moglie Felicia Montealegre, interpretata magistralmente dalla candidata all’Oscar Carey Mulligan (“Il grande Gatsby”). Il film è prodotto, tra gli altri, dallo stesso Bradley Cooper con Steven Spielberg, Martin Scorsese e Todd Phillips. Un’altra perla del cinema che si aggiunge al magnifico curriculum di Cooper, sempre più da annoverare ormai tra i pilastri di Hollywood.
LA TRAMA
Il “Maestro” di Bradley Cooper colpisce allo stomaco e punta agli Oscar tra amore, tradimenti e arte
Maestro racconta la relazione profonda e coraggiosa di tutta una vita tra l’icona musicale Leonard Bernstein (Bradley Cooper) e Felicia Montealegre Cohn Bernstein (Carey Mulligan): una lettera appassionata alla vita e all’arte con al centro il ritratto epico e toccante di una famiglia e dell’amore.
GUARDA IN STREAMING
INFO & CAST
Durata 129 min
Regia Bradley Cooper
Cast
Carey Mulligan: Felicia Montealegre
Bradley Cooper: Leonard Bernstein
Matt Bomer: David Oppenheim
Maya Hawke: Jamie Bernstein
Sarah Silverman: Shirley Bernstein
LA RECENSIONE
La prova più riuscita di Bradley Cooper
Ebbene si, questa seconda prova da regista di Bradley Cooper, dopo il successo planetario di “A Star is Born” con Lady Gaga, è davvero un colpo di classe che forse ci aspettavamo, ma non così dirompente. La storia di Leonard Bernstein sul grande schermo risulta essere un biopic che colpisce direttamente allo stomaco. Emozionante, complicato, magnetico, in alcune scene addirittura lacerante per la sua forza e Cooper si dimostra ampiamente all’altezza della situazione regalandoci, probabilmente, anche la sua più grande interpretazione. Nonostante le polemiche iniziate nel maggio scorso, quando il regista/attore è stato accusato addirittura di antisemitismo per la scelta d’indossare un naso finto per assomigliare di più Bernstein, la sua performance esplora l’intimità del personaggio al 100%, senza mai risparmiarsi, ma lo fa con eleganza, potenza e rispetto, senza mai spingersi oltre e diventare una sorta di imitatore o, peggio ancora, una macchietta mal riuscita.
Dal bianco e nero al colore, i dualismi di Maestro
Amore, arte, tradimenti, pulsioni, rapporto padre/figlia, senso del dovere ma anche voglia di vivere senza remore sono tutti concetti che l’artista Bernstein nella sua vita ha vissuto intensamente, in un bianco e nero che arricchisce ancora di più le mille emozioni che vive con la moglie Felicia Montealegre, interpretata da una Carey Mulligan in odore di Oscar. Grandi sentimenti e dolore, scene di amore assoluto e di delusione più buia, dualismi che non finiscono mai di rincorrersi dall’inizio alla fine, che richiamano anche la bisessualità del Maestro. Dagli anni ’60/’70 in poi, e col passaggio al colore, la prospettiva cambia ancora, e dopo il successo della sua “Messa”, il suo matrimonio viene totalmente devastati dai suoi tradimenti e la sua vita privata diviene di dominio pubblico, minando il suo talento e la sua fama. Quando la malattia busserà alla loro porta, allora la discesa all’inferno sarà senza sosta.
IN CONCLUSIONE
L’amore che consuma di Felicia e le nomination ai Golden Globe
“Maestro”, in 129 minuti, passa da altissimi a bassissimi, dalla gioventù all’età matura, raccontando un matrimonio – che li terrà insieme per circa 30 anni – che si tiene in piedi soprattutto grazie alla passione e all’amore di Felicia, alla consapevolezza che Leonard la ama anche se dentro è diviso e lo deve condividere anche con l’arte della musica e del teatro. Una scala di desideri in cui lei cerca perennemente d’incastrarsi e che la porterà a “consumarsi” nel vero senso della parola. Le nomination ai Golden Globe 2024 già ci sono: Miglior film drammatico, Miglior attore in un film drammatico (Bradley Cooper), Miglior attrice in un film drammatico (Carey Mulligan) e Migliore regista (Bradley Cooper). Per gli Oscar 2025 noi aggiungeremmo anche la Miglior fotografia (Matthew Libatique), Miglior montaggio (Michelle Tesoro) e Miglior trucco (Kazu Hiro).
Il voto di Cinefily