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“Miller’s Girl” è un thriller scritto e diretto da Jade Halley Bartlett e interpretato da Martin Freeman e Jenna Ortega. L’attrice, ormai lanciatissima a Hollywood e che vedremo anche nell’attessimo “Bee-tlejuice, Beetlejuice”, di Tim Burton, qui è nei panni di Cairo, una studentessa molto brava nella scrit-tura che cercherà di sedurre Jonathan Miller (Freeman), il suo integerrimo insegnante, sposato e in piena crisi dello scrittore. La loro storia, però, prenderà una piega pericolosa ed imprevedibile.

LA TRAMA

Cairo e Jonathan, seduzione pericolosa

Cairo (Jenna Ortega), una giovane studentessa con uno spiccato talento per la scrittura, viene notata dal suo insegnante, Jonathan Miller (Martin Freeman) che le assegna un progetto che coinvolgerà entrambi in un intreccio sempre più complesso. Mentre i confini si confondono e le loro vite si intrecciano, il professore e la sua protetta devono fare i conti con i loro lati più oscuri, cercando di proteggere loro stessi e tutto quello che hanno di più caro.

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INFO & CAST
Anno 2024
Durata 93 min
Regia Jade Halley Bartlett

 

Cast
Jenna Ortega: Cairo Sweet
Martin Freeman: Jonathan Miller
Dagmara Dominczyk: Beatrice
Gideon Adlon: Winnie
Bashir Salhauddin: Boris

LA RECENSIONE

Un thriller erotico dove l’erotismo è lasciato all’immaginazione

Bah, definire thriller erotico questo “Miller’s Girl” è davvero troppo. In 93 minuti di durata di erotismo ce né davvero poco o nulla. Il trailer ci ha tratto in inganno perché le premesse sembravano allettanti, ma così non è stato. La coppia formata da Jenna Ortega e Martin Freeman ci ha suscitato molta curiosità, ma la loro alchimia è inesistente e, in alcune scene, il loro rapporto è anche un po’ cringe. Jenna Ortega è, ormai sulla cresta dell’onda ma non crediamo che questo film, a questo punto della sua carriera, sia stata una scelta furba o utile. Debole thriller anni ’90, “Miller’s Girl” si regge tutto sugli ammiccamenti e sui primi piani dell’attrice. Le scene di pseudo-seduzione sono eroticamente esangui e manca qualsiasi approccio sessuale. Non vi aspettate qualcosa alla “50 sfumature di grigio” o di psicotico come il cult “Attrazione fatale”. Qui l’erotismo, la trasgressione e il sesso solo lasciati alla nostra immaginazione.

Protagonisti troppo stereotipati

E’ molto bello rivedere Martin Freeman sul grande schermo ma il ruolo di Jonathan Miller, frustrato professore di letteratura che ha perso l’ispirazione ma ha trovato una studentessa da proteggere, forse amare e appassionata di letteratura e di scrittura, non gli si addice assolutamente. E’ tutto già visto: la crisi con la moglie che non lo capisce e che è quasi sempre ubriaca, il blocco dello scrittore, lo pseudo-adulterio con la studentessa (forse folle?) sono ingredienti che non reggono per tutta la durata della pellicola non c’è alcun colpo di scena che possa farci riprendere dal torpore che ci ha attanagliato dal minuto 20/30 in poi. La Cairo Sweet della Ortega è ancora più stereotipata. A metà tra Mercoledì e una Britney Spears gotica, si muove in questo villone vuoto, pieno di drappeggi. Legge libri con copertine di pelle e vuole scrivere un romanzo sulla storia di seduzione tra una studentessa e il suo professore. Originalità come se piovesse. Attorno a loro ruotano vari personaggi che servono ad evitare la piattezza totale della trama: la moglie di Miller, Beatrice (Dagmara Dominczyk) che non vuole perdere il marito ma ogni tentativo è vano; Winnie (Gideon Adlon), migliore amica di Cairo, molto disinibita ma piena di problemi e il professore di educazione fisica Boris (Bashir Salahuddin), forse il personaggio più “ironico” di tutti.

La sceneggiatura si perde in mille citazionismi

Alla fine si salvano la fotografia di Daniel Brothers, le musiche di Elyssa Samsel e le scenografie di Cheyenne Ford e Katie Laxton, gotiche e vintage, molto accattivanti. Per quanto riguarda la sceneggiatura scritta dalla regista con Benjamin M. Dessecker, potremmo anche dire che c’è qualcosa che ha catturato la nostra attenzione all’inizio, ma quando si inizia poi a perdersi in mille citazioni e il conflitto morale/etica inizia a farsi pesantuccio anche nei dialoghi, allora la noia prende il sopravvento e ci fa dare, purtroppo, una sola stella.

Il voto di Cinefily

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