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M. Night Shyamalan, che noi di Cinefily amiamo molto, dal 7 agosto è tornato nelle nostre sale con “Trap”. Protagonista è Josh Hartnett, visto in “Oppenheimer” di Nolan nei panni di Ernest Lawrence, e adesso invece in quelli di un serial killer, noto come il Macellaio, che cattura e sventra le sue vittime. Un giorno, l’uomo accompagnerà la figlia al concerto di una pop star ma non sa che, in realtà, si tratta di una trappola. Nel film c’è anche la stella nascente della musica, Saleka Shyamalan. Il trailer ha suscitato una curiosità assurda e noi l’abbiamo visto per voi. Quindi, prima di andare al cinema, date un’occhiata alla nostra recensione senza spoiler per farvi un’idea.

LA TRAMA

Cooper, il Macellaio dalla doppia vita

Cooper, un serial killer noto come “II Macellaio”, un giorno accompagna la figlia (Ariel Donoghue) al concerto di Lady Raven (Saleka Shyamalan), una pop star amatissima. Giunto al concerto si rende conto che l’evento non è altro che una trappola tesagli dalla polizia per arrestarlo. L’arena è circondata da poliziotti e c’è una profiler che non intende farsi sfuggire il serial killer per nulla al mondo. Cosa escogiterà Cooper per svanire nel nulla assieme alla figlia?

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INFO & CAST
Anno 2024
Durata 105 min
Regia M. Night Shyamalan

 

Cast
Josh Hartnett: Cooper
Ariel Donoghue: Jody
Saleka: Lady Raven
Hayley Mills: Dott.ssa Josephine Grant
Alison Pill: Rachel

LA RECENSIONE

Un thriller costruito sul talento e carisma di Josh Hartnett

Si, diciamo subito che Saleka Shyamalan è la figlia del regista e nel film canta tante canzoni (scritte da lei). Ad un certo punto, diventa anche co-protagonista. Una vetrina, senza dubbio, molto impattante ma “Trap” non è una pellicola fatta per pubblicizzare sua figlia. M. Night Shyamalan si discosta molto dai suoi film precedenti per regalarci un thriller dal sapore retrò ma molto moderno sul piano narrativo, montato ad arte sul talento e sul carisma di Josh Hartnett. Il regista ci porta nella sua mente, narrando, inizialmente, attraverso il suo punto di vista, quindi di una persona dalla doppia personalità, un pericolo e magnetico Dottor Jekyll e Mr Hyde che è un padre premuroso e un pericoloso assassino (“The Butcher” in originale) che fa a pezzi le sue vittime dopo averle tenute prigioniere. La realtà fa a botte con l’apparenza, proprio come accade sui social (tema sempre molto attuale) ma una volta in trappola, il nostro protagonista farà di tutto per uscirne.

Espedienti troppo surreali ed inverosimili

E forse proprio qui casca l’asino. Il nostro Cooper è libero di agire come vuole, in un’arena gremita di poliziotti e tenuta sotto controllo da una profiler con i controc****, quindi tutto quello che fa risulta decisamente surreale e inverosimile. Dallo scoppio della friggitrice (che vedete già nel trailer quindi non è uno spoiler) fino a ricorrere ad altri “espedienti” che non vi diremo ma che andrebbero bene in un film di 007 o Mission: Impossible, certamente non in “Trap”. La prima parte catalizza totalmente la nostra attenzione, mentre nella seconda, quando il punto di vista narrativo cambia (fate attenzione!) e i tentativi di Cooper rasentano il WTF? allora anche l’interesse si affievolisce. Si attende quel “plot twist”, quel colpo di scena a cui Shyamalan ci ha abituati ma che, stavolta, non è preponderante come nelle altre pellicole e non c’è nessun effetto wow.

La regressione che non ci aspettavamo

Shyamalan è molto bravo a scrivere le sceneggiature e, infatti, in “Trap” anche se sappiamo che Cooper è uno spietato killer che ha sulla coscienza 12 persone, ci fa quasi stare dalla sua parte, speriamo che la faccia franca, ma quando nella seconda parte c’è quasi un passaggio di testimone, ci blocchiamo e tutto diventa più lento e prevedibile. Naturalmente, tutto il comparto tecnico è da premiare – dalla fotografia di Sayombhu Mukdeeprom al montaggio straordinario di Noemi Preiswerk, fino alle scenografie di Debbi DeVilla e Brittany Morrison – però dal regista indiano, naturalizzato americano ormai, ci aspettavamo molto di più. Già dai tempi di “Split”(2016) si stava intravedendo uno spiraglio di ritorno ai grandi fasti, poi con “Glass”(2019), “Old”(2021) e “Bussano alla porta”(2023) aveva fatto un leggero passo indietro. Di “Trap” bisogna premiare il coraggio di essersi lanciato in una storia totalmente nuova per lui, di aver scelto il protagonista giustissimo e di aver unito musica e thriller in modo piacevole. Ma questo non basta a non farci pensare che la pellicola rappresenti, ancora, una piccola regressione nella sua filmografia. Peccato.

Il voto di Cinefily

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