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Eh si, anche i registi piangono e si pentono, qualche volta, dei loro film, delle loro creature magari girate con tanto amore, tante aspettative e che poi si sono rivelate dei flop clamorosi o sono state massacrate dalla critica. Nella nostra lista ci sono nomi famosissimi come quelli di Quentin Tarantino, Stanley Kubrick, Woody Allen, David Fincher e molti altri che non vi aspettereste minimamente. Allora, cosa state aspettando? Scorrete la lista per dire “No, non ci credo!” oppure “Vabbè, ha ragione il regista!”

12 registi che si sono pentiti dei loro film

1 – Stanley Kubrick, “Paura e desiderio”(1953)

Anche il grande Stanley Kubrick si è pentito di uno dei suoi lavori, e si tratta del suo primo lungometraggio bellico “Paura e desiderio”. Oggi molti fan e appassionati lo considerano un cult, ma per il regista si trattò di un passo bizzarro e non riuscito. Il film fu scritto, prodotto, girato e montato da Kubrick il quale, in seguito lo definì “Un maldestro esercizio filmico dilettantesco, scritto da un poeta fallito, affiancato da pochi amici e con astrusità.” Si dice anche che il regista abbia tentato di comprare e far sparire tutte le copie e i negativi della pellicola, ma se cercate in giro (anche su YouTube) si può trovare facilmente. Recuperatela.

2 – Woody Allen, “Hannah e le sue sorelle”(1986)

E’ uno dei film di maggior successo di Woody Allen, con un cast da urlo – che conta la presenza di Michael Caine, Carrie Fisher, Max von Sydow, Daniel Stern, Richard Jenkins e John Turturro. Ha vinto 3 Oscar e una caterva di altri premi, eppure Allen ha ammesso di essere stato poco coraggioso, di aver scritto un lieto fine poco credibile e debole, poco in linea con il dramma che traspare lungo tutta la pellicola: “È un film che mi fa sentire a pezzi. Quando riguardo il finale, poi, mi sento ucciso”. Esagerato, dai.

3 – David Lynch, “Dune”(1984)

David Lynch, nel 1984, portò sul grande schermo la sua versione dell’omonimo romanzo di Frank Herbert e le aspettative erano veramente alte. La critica e il pubblico, però, non lo apprezzarono più di tanto, anche se col tempo è diventato un grande cult. Anche il regista non ha un bel ricordo di “Dune”, anzi, in un’intervista disse addirittura di “essersi sentito morire” per il risultato finale del film: “Sapevo già che bisognava avere il montaggio finale prima di accettare di fare un film come quello, ma per qualche motivo pensavo che tutto sarebbe andato bene e non l’ho inserito nel contratto. Alla fine, Dune non è stato il film che volevo fare perché non ho avuto l’ultima parola. Mi sono sentito morire ed è stata tutta colpa mia che non ho saputo mettere quella condizione nel contratto».

4 – Steven Soderbergh, “Torbide ossessioni”(1995)

Il pluripremiato Steven Soderbergh, dopo il successo di “Sesso, bugie e videotape”(1989), qualche anno dopo girò “Torbide ossessioni”. Oltre a Gallagher, in questo thriller-noir, ci sono Alison Elliott e William Fichtner ma Soderbergh, qualche anno dopo l’uscita della pellicola, avrebbe dichiarato di “non averci messo il proprio cuore” e che il risultato finale fosse “una gran confusione arrivata morta in post-produzione”. Noi, sinceramente, non crediamo che sia così. Voi l’avete visto?

5 – David Fincher, “Alien 3”(1992)

Si, anche il grande David Fincher si è pentito di un suo film. E che film. Si tratta, infatti di “Alien 3”, terza pellicola del famoso franchise. Il regista, ricordando quel periodo, ha detto: “Sono uscito da una situazione davvero incasinata e ho giurato, in un certo senso, che non avrei mai fatto lo stesso errore. La sceneggiatura è stata riscritta più volte durante le riprese, situazione che ha portato a problemi di coerenza e nella narrazione. In seguito, ho fatto molti altri film ma ho imparato a non iniziare mai qualcosa con uno script in cui non credo, che non ho capito o che non so spiegare alle persone. Inoltre, ho capito che volevo compiere i miei errori invece che ereditarli da altre persone“.

6 – Alex Kurtzman, “La mummia”(2017)

Il regista Alex Kurtzman girò il reboot “La mummia” con un cast composto da Tom Cruise, Sofia Boutella, Annabelle Wallis e Russell Crowe. Il film doveva dare l’avvio al Dark Universe della Universal, ma ottenne scarsi consensi da parte della critica specializzata e incassi al di sotto delle aspettative. Qualche anno dopo, al sito The Playlist, Kurtzman disse: “Tendo a sottoscrivere quel punto di vista secondo cui non impari nulla dai tuoi successi ma impari tutto dai tuoi fallimenti. La Mummia è stato probabilmente il più grande fallimento della mia vita, sia a livello personale che professionale. Ci sono circa un milione di cose di cui mi pento, ma mi ha anche lasciato tante cose belle. Per quanto brutale sia stato, sono molto grato per l’opportunità di aver commesso quegli errori, perché mi hanno riplasmato in una persona più forte e anche come regista, dandomi una visione più chiara.

7 – Quentino Tarantino, “Grindhouse – A prova di morte”(2007)

Quentin Tarantino vorrebbe non aver mai realizzato “Grindhouse – A prova di morte”, prima metà del dittico “Grindhouse” girato per omaggiare i film degli anni ’70 tra cui “Punto zero”, di Richard C. Sarafian e “Convoy – Trincea d’asfalto”, di Sam Peckinpah. Il film, però, fu un flop al botteghino e, in un’intervista ad una rivista spagnola, Tarantino disse: “Ho avuto la fortuna di scrivere storie che hanno fatto sentire le persone coinvolte, e questo mi ha permesso di praticare la mia arte senza le restrizioni che la maggior parte dei cineasti ha. E’ successa, poi, una cosa divertente: per un po’ ho ricevuto un sacco di proposte di progetti finché gli studi hanno finito per presumere che volessi realizzare solo le mie storie e non valeva la pena contattarmi. Ma dopo Grindhouse – A prova di morte, che non è andato bene al botteghino ed è stato uno shock per la mia autostima, ho ricominciato a ricevere proposte. Con Grindhouse, penso che io e Robert Rodriguez (il produttore) pensavamo che le persone nutrissero nostalgia nei confronti dei doppi spettacoli. Non era così. Non avevano idea di cosa accidenti stessero guardando. Non significava niente per loro quello che stavamo facendo”.

8 – Martin Campbell, “Lanterna Verde”(2011)

Beh, il flop di “Lanterna Verde”, con protagonista Ryan Reynolds, è noto a tutti e una delle cause fu anche il pessimo rapporto creatosi tra l’attore e il regista Martin Campbell. Inizialmente, Reynolds non faceva parte della rosa di attori che Campbell avrebbe preferito per il ruolo di Hal Jordan. Il regista voleva, infatti, Bradley Cooper ma la sua richiesta rimase inascoltata. Ci furono, ovviamente altri motivi e il regista, qualche anno dopo, dichiarò: “Diciamo così: avevo la mia versione. Proprio all’inizio del film c’era un’intera sequenza con il protagonista a 11 anni. È quella in cui muore il padre in un incidente aereo, una scena davvero buona. Ma sai che c’è? Alla fine il film non funzionava comunque, e in parte è colpa mia. Non avrei dovuto girarlo. I film sui supereroi non sono nelle mie corde però i registi devono saper sopportare il peso dei fallimenti.

9 – Roland Emmerich, “Independence Day: Rigenerazione”(2016)

Il re dei disaster movie, Roland Emmerich già aveva espresso le sue remore prima di girare questo sequel del blockbuster “Independence Day”(1996). Infatti, ha ammesso che probabilmente avrebbe dovuto abbandonare il progetto nello stesso momento in cui lo fece Will Smith: “Avrei voluto solamente realizzare un film esattamente come il primo, ma poi, nel bel mezzo della produzione, Will Smith ha rinunciato alla parte, perché voleva girare Suicide Squad. Avrei dovuto smettere di girare il film in quel momento, perché avevamo per le mani una sceneggiatura molto migliore. Dopo il suo rifiuto, io dovetti, molto velocemente, mettere insieme un’altra sceneggiatura. E avrei dovuto semplicemente dire “no”, perché all’improvviso mi ero ritrovato a fare qualcosa che io per primo criticavo: un sequel.” Alla fine, comunque, il film riuscì ad incassare circa 389 milioni di dollari ma la critica lo frantumò.

10 – Simon Kinberg, “X-Men: Dark Phoenix”(2019)

Eh si, il regista Simon Kinberg, director di questo sequel di “X-Men: Apocalisse”(2016) e quarto e ultimo capitolo della serie prequel degli X-Men, ha ammesso poco tempo fa di non essere per nulla contento del risultato: “Con ogni film c’è sempre qualcosa che vorresti fosse andato diversamente. In ogni film ci sono cose che pensavi fossero perfette e che poi sul grande schermo non sono così forti come immaginavi. Dark Phoenix è stato un film difficile perché, nell’idea iniziale che scrissi, doveva essere diviso in due parti, invece, venne trasformato in una sola pellicola per ragioni che non dipesero da me. Ma non voglio dare la colpa agli altri adesso. Quando un film non riesce, io ne sono il responsabile. Sono lo sceneggiatore e il regista, se il film non coinvolge il pubblico, è colpa mia. Ho adorato girarlo e ho adorato le persone con cui ho lavorato, ma è stato realizzato come un film drammatico e non come il classico film di supereroi”. Cosa ne pensate?

11 – Alan Taylor, “Thor: The Dark World”(2011)

Thor: The Dark World” è il sequel di “Thor”(2011), ed è l’ottavo film del Marvel Cinematic Universe. La sceneggiatura è stata scritta da Christopher Yost, Christopher Markus e Stephen McFeely e nella pellicola Thor è costretto ad allearsi con il fratello Loki per salvare i Nove Regni dagli Elfi oscuri, guidati da Malekith, che intende far sprofondare l’Universo nelle tenebre. Il film incassò 644 milioni di dollari ma il regista non è assolutamente soddisfatto: “Ho imparato che se fai un film con i soldi di qualcun’altro, non puoi non collaborare. L’esperienza con la Marvel è stata straziante perché durante le riprese mi hanno dato totale libertà creativa poi, in post-produzione, la pellicola è diventata qualcos’altro. Spero di non ripetere più un’esperienza simile“.

12 – Sam Raimi, “Spider-Man 3”(2007)

Spider-Man 3”, di Sam Raimi, incassò la cifra record di 895 milioni di dollari, ma la critica non ne fu entusiasta e ai fan non piacque il poco spazio riservato a Venom e le modifiche effettuate sul personaggio di Gwen Stacy. Lo stesso Raimi dichiarò: “Fa schifo, ma penso che avrebbero comunque proceduto con il reboot perché volevano ringiovanire sia il personaggio che il franchise. Non sono riuscito a mettere insieme la sceneggiatura in tempo, a causa dei miei fallimenti, e ho detto alla Sony: Non voglio fare un film che non sia eccezionale, quindi penso che non dovremmo fare questo film. Ma alla fine mi sono lasciato convincere.

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