Tutti parlano di “The Substance”, il nuovo lungometraggio della regista Coralie Fargeat (“Revenge”, 2017), con protagonisti le star Demi Moore, Margaret Qualley e Dennis Quaid, che è stato osannato all’ultimo Festival di Cannes e si appresta a sbarcare nelle nostre sale dal prossimo 30 ottobre. La critica specializzata ha osannato questo body horror definendolo originale, enigmatico, visionario, sarcastico, crudo, simbolico – e anche nei Paesi in cui è già uscito – ha sconvolto il pubblico. “The Substance” è diventato un vero e proprio caso cinematografico, creando un hype assurdo. Sulla sua pellicola, la regista ha dichiarato quanto segue: “The Substance è un film che parla di corpi femminili. Di come siano sempre oggetto di scrutinio, fantasie e critiche all’interno dello spazio pubblico. Di come noi, in quanto donne, siamo portate a pensare di non avere scelta se non essere perfette/sexy/sorridenti/magre/giovani/belle per avere valore nella società. E di quanto ci risulti impossibile sfuggire a questa logica, per quanto istruite, intelligenti e indipendenti possiamo essere. Perché da oltre 2000 anni i corpi femminili sono plasmati e controllati dal desiderio di coloro che li osservano. Credo fermamente che questa sia la nostra prigione. Una prigione che la società ci ha costruito intorno e che è diventata uno strumento potentissimo di controllo e dominio. Una prigione che crediamo di volere. Questo film, invece, ci dice che è ora di far saltare tutto per aria. In questo film i corpi vengono tiranneggiati, ridicolizzati, distrutti allo stesso modo in cui la società distrugge le donne ogni giorno con tutte le regole che ci hanno insegnato tacitamente a seguire. Sarà un bagno di sangue. Ma farà anche sbellicare dalle risate. Perché non conosco arma migliore della satira per mostrare al mondo l’assurdità delle proprie regole. E soprattutto credo abbia un tempismo perfetto. D’altronde il film riguarda proprio questo, una liberazione. Una presa di potere»
Ora, dopo aver letto la trama e visto il trailer, leggete anche le nostre 10 curiosità prima di prenotare i vostri biglietti!
LA TRAMA
Elisabeth Sparkle (Demi Moore) è un’ex star di Hollywood che allo scoccare dei 50 anni vede la sua carriera ormai al capolinea. Quanto è disposta a mettere in gioco per non essere messa da parte e venire dimenticata per sempre? La soluzione per soddisfare le proprie ambizioni, perseguendo ossessivamente l’ideale di giovinezza e perfezione imposti dall’estetica dominante è a portata di mano, ed è chiamate “The Substance”, una sorta di elisir che promette miracoli. Ci sono, però, delle regole da rispettare e un delicato equilibrio da stabilire. A ogni infrazione si presenterà un conto salato da pagare sulla propria pelle.
“The Substance” – 10 curiosità sull’horror con Demi Moore che è già diventato un caso
1 – Ray Liotta sostituito da Dennis Quaid
L’attore Ray Liotta era stato scelto per il ruolo di Harvey, ma alla sua morte, avvenuta nel maggio 2022, poco prima dell’inizio delle riprese, è stato sostituito da Dennis Quaid.
2 – Le scene di nudo frontale e i seni prostetici
Sia Demi Moore che Margaret Qualley si sono prestate a delle scene di nudo frontale. Margaret Qualley ha rivelato, in alcune interviste, che i suoi seni sono protesi progettate dal truccatore francese Pierre Olivier Persin, per ritrarre sul grande schermo un’immagine idealizzata di bellezza, che ricordasse Jessica Rabbit.
3 – L’età del personaggio di Demi Moore
Nel film, il personaggio di Elisabeth Sparkle compie 50 anni. Demi Moore, invece, aveva 61 anni al momento delle riprese del film ma, obiettivamente, l’attrice sembra molto più giovane.
4 – Lo stesso effetto di “Ghost”
In diverse interviste, Demi Moore ha detto che leggere la sceneggiatura di questo film le ha ricordato quella di “Ghost”(1990), perché la probabilità che potesse essere fantastico o un disastro era la stessa. Questo è stato fondamentale per lei affinché accettasse la parte.
5 – La scelta della regista dopo aver letto il libro di Demi Moore
Demi Moore non è stata la prima scelta di Coralie Fargeat. Durante un incontro a Parigi, però, l’attrice ha dato alla regista una copia del suo libro del 2019, “Inside Out: A Memoir”. La Fargeat si è convinta proprio leggendo nel libro la descrizione del rapporto che l’attrice aveva col suo corpo.
6 – Il primo body horror in Vietnam
“The Substance” è il primo film body horror ad essere stato proiettato in Vietnam, seppure con 3 minuti tagliati.
7 – Le similitudini con “Il ritratto di Dorian Gray”
Il film è in parte ispirato a “Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde, che parla di un uomo che riesce a evitare l’invecchiamento permettendo che i segni appaiano su un suo dipinto invece che sul suo vero corpo. Il ritratto, però, finirà per diventare progressivamente più mostruoso, come riflesso del comportamento immorale di Gray. Ma ci fermiamo qui, non vogliamo spoilerarvi nulla.
8 – La scena allo specchio
In un’intervista a Tracy Smith (CBS News Sunday Morning), Demi Moore ha dichiarato che la sequenza dello specchio, dove l’attrice deve rimuovere il trucco in maniera veemente, sono servite decine di ciak e ripetizioni. Alla fine della giornata, il suo viso presentava addirittura degli sfoghi ma è una delle più riuscite.
9 – MUBI al posto di Universal Pictures
Inizialmente, la Universal Pictures era stata incaricata di distribuire il film tramite il suo accordo con la società di produzione, la Working Title. A un certo punto, durante la realizzazione della pellicola, la major ha abbandonato il progetto, probabilmente perché non pienamente convinta. La Mubi ha finito per acquisire i diritti mondiali per il film poco prima della sua première al Festival di Cannes e l’ha distribuito nelle sale di America Latina, Austria, Benelux, Canada, Germania, Gran Bretagna, India, Irlanda, Stati Uniti d’America e Turchia. Risultato? Ad oggi, è Il film di Mubi con il maggiore incasso.
10 – L’ovazione a Cannes e il premio alla sceneggiatura
Il film ha ricevuto un’ovazione tra gli 11 e i 13 minuti al termine della sua anteprima al Festival di Cannes, battendo il primato dell’edizione stabilito il giorno prima dal film “Emilia Pérez”, di Jacques Audiard, e ricevendo anche il Prix du scénario.