L’hype per “Il Gladiatore II”, sequel de “Il Gladiatore” blockbuster e cult del 2000, con protagonista Rus-sell Crowe e vincitore di 5 Oscar (Miglior film, Miglior attore protagonista a Crowe, Migliori costumi, Mi-glior sonoro e Migliori effetti speciali) ormai è alle stelle. Mentre arrivano i primi commenti online, i fan si preparano ad affollare le sale e si prevedono grandissimi incassi. Il regista è sempre Ridley Scott e i pro-tagonisti principali sono Paul Mescal (Lucio Vero), Pedro Pascal (Marco Acacio), Connie Nielsen (Augusta Lucilla), Denzel Washington (Macrino), Joseph Quinn (Geta), Fred Hechinger (Caracalla) e Derek Jacobi (senatore Gracco). Noi l’abbiamo visto e, come al solito, di seguito trovate la nostra recensione senza spoiler per farvi una prima idea di quello che andrete a vedere.
LA TRAMA
La vendetta di Lucio Vero riecheggerà nell'eternità
200 d.C. Sono passati 20 anni dalla morte di Massimo Decimo Meridio. Adesso, il giovane Lucio, nipote di Marco Aurelio e figlio di Lucilla, viene ridotto in schiavitù in seguito alla conquista della Numidia, dove viveva con la moglie e il figlio, ad opera delle centurie di Marco Acacio. Ispirandosi a Massimo, Lucio decide di combattere come gladiatore e sfidare il potere degli imperatori Caracalla e Geta.
GUARDA IN STREAMING
INFO & CAST
Durata 148 min
Regia Ridley Scott
Cast
Paul Mescal: Lucio Vero
Pedro Pascal: Marco Acacio
Connie Nielsen: Augusta Lucilla
Denzel Washington: Macrino
Joseph Quinn e Fred Hechinger: Geta e Caracalla
LA RECENSIONE
Stop ai paragoni inutili, Il Gladiatore 2 è puro spettacolo visivo e recitativo
Diciamolo subito: è inutile fare paragoni con il primo film, vincitore di 5 Oscar e cult della storia del cinema. Sarebbe una battaglia persa in partenza. Invece, Ridley Scott con “Il Gladiatore 2”, sfidando tutti i pregiudizi e le aspettative, è riuscito a portare sul grande schermo una pellicola assolutamente spettacolare che, naturalmente, essendo sequel diretto della pellicola del 2000, è speculare ma evita il pericoloso “copia e incolla”. Il primo capitolo vedeva Massimo Decimo Meridio (Russell Crowe) avere la meglio sui Marcomanni mentre il secondo si apre con l’assedio della Numidia da parte di Acacio (Pedro Pascal), mentre il comandante Annone/Lucio viene deportato a Roma come uno schiavo, assieme alle sue truppe. Da schiavo a super gladiatore il passo è breve. Paul Mescal incarna alla perfezione la figura del nuovo eroe di Scott, mosso da rancore, accecato dalla rabbia, carismatico e intelligente, contrapposto all’idiozia politica degli imperatori gemelli Geta e Caracalla (bravissimi Joseph Quinn e Fred Hechinger). Bisogna inchinarsi, per l’ennesima volta, davanti alla performance di Denzel Washington che da vita ad un eccezionale, doppiogiochista e machiavellico Macrino che, da semplice “impresario” di gladiatori, riesce ad arrivare al potere con una crudeltà inaudita. Magnetico, serafico, “simpatico” (si, anche simpatico!), spietato e calcolatore, con il Generale Acacio di Pedro Pascal, sono decisamente i due personaggi più riusciti.
Un film più corale, politico e socialmente impattante
Il fidato sceneggiatore David Scarpa, stavolta, allarga gli orizzonti della vendetta di Lucio, rende il tutto più corale, politicamente e socialmente impattante, con colpi di scena affidati proprio ai personaggi comprimari Macrino e Acacio, riservando a Lucilla/Connie Nielsen il ruolo di ago della bilancia e spartiacque tra la politica corrotta e quella che spera ancora che la giustizia torni a trionfare. Mescal e Crowe sono facce della stessa medaglia e le loro storie combaciano fino a un certo punto, per poi prendere direzioni diverse. Attenzione, tutto questo avviene mentre siamo letteralmente bombardati da effetti visivi strabilianti, realizzati dai geniacci della Industrial Light & Magic e da altri studi altrettanto fenomenali, che a nostro avviso, superano di gran lunga quelli del primo film. Gli perdoniamo anche il gladiatore in piedi sul rinoceronte, le scimmie mannare e gli squali al Colosseo, perché Sir Ridley Scott è il re delle battaglie esagerate ma visivamente impeccabili e stracult. A completare il fantastico mosaico tecnico ci sono la fotografia assurda di John Mathieson, il montaggio pazzesco di Claire Simpson e Sam Restivo; le musiche di Harry Gregson Williams e i costumi da Oscar realizzati da Dave Crossman e Janty Yates.
IN CONCLUSIONE
E’ molto facile riconoscere le “frecciate”, non tanto velate, alla politica odierna e Scott e Scarpa lo fanno soprattutto tramite lo stratega Macrino che dice: “Ero schiavo e ora controllo l’Impero. Dove se non a Roma può accadere tutto questo?” a cui fa eco Lucio Vero che afferma, citando L’Eneide di Virgilio: “Scendere agli Inferi è facile: la porta di Dite è aperta notte e giorno; ma risalire i gradini e tornare a vede-re il cielo qui sta il difficile, qui la vera fatica”. “Il Gladiatore 2” celebra la vita, condanna la guerra e i Paesi in cui si dovrebbe celebrare la libertà ma dove i propri cittadini si sentono schiavi, dove il potere è avido e corrotto e la decadenza la fa da padrona. In tutto ciò, però, c’è (e ci deve essere) ancora chi lotta e chi crede in un futuro migliore e il cui motto è “Dove ci siamo noi non c’è la morte”. Ok, ci sono evidenti (e volute?) inesattezze storiche: Paul Mescal non ha lo stesso carisma di Russell Crowe, anche se la sua scelta è stata perfetta e lui è straordinario; l’epicità del primo film non è riproducibile e in alcuni punti è troppo sopra le righe però “Il Gladiatore 2” merita 4 stelle su 5 e speriamo nelle nomination agli Oscar per Denzel Washington, Pedro Pescal, per i costumi, le scenografie e le musiche. Detto ciò, non fatevi fuorviare dai giudizi negativi, piuttosto andate al cinema e godetevi l’ennesimo grande spettacolo offerto da Ridley Scott.
Il voto di Cinefily