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Dopo “Il ritorno di Casanova”(2023), il regista partenopeo Gabriele Salvatores torna alla regia con “Napoli – New York”, film ambientato nel capoluogo campano nel secondo dopoguerra. La storia è tratta da un soggetto inedito scritto dal regista Federico Fellini e dal suo sceneggiatore Tullio Pinelli. Il film è pro-dotto da Paco Cinematografica con Rai Cinema, con il contributo di FVG Film Commission – PromoTuri-smo FVG ed è distribuito da 01Distribution. Nel cast principale c’è Pierfrancesco Favino, affiancato dai giovani Dea Lanzaro e Antonio Guerra. Tra gli altri attori ci sono Anna Ammirati, Anna Lucia Pierro con la partecipazione di Omar Benson Miller, Tomas Arana e Antonio Catania. Le riprese sono state girate tra Napoli, Trieste, Fiume in Croazia e negli studi di Cinecittà. Noi l'abbiamo visto per voi e ci siamo fatto trascinare dalla magia di questo ennesimo capolavoro del regista.

LA TRAMA

Carmine e Celestina, due scugnizzi da Napoli a New York

Nell’immediato dopoguerra, tra le macerie di una Napoli piegata dalla miseria, i piccoli Carmine (Antonio Guerra) e Celestina (Dea Lanzaro), di 12 e 9 anni, tentano di sopravvivere come possono, aiutandosi a vicenda. Una notte, s’imbarcano come clandestini su una nave diretta a New York per andare a vivere con la sorella di Celestina, Agnese (Anna Lucia Pierro), emigrata anni prima. I due bambini si uniscono ai tanti emigranti italiani in cerca di fortuna in America, aiutati dal cuoco George (Omar Benson Miller) e dal capitano Domenico Garofalo (Pierfrancesco Favino) e sbarcano in una metropoli sconosciuta, che dopo numerose peripezie, impareranno a chiamare casa.

INFO & CAST
Anno 2024
Durata 124 min
Regia Gabriele Salvatores

Cast
Pierfrancesco Favino: Capitano Domenico Garofalo
Omar Benson Miller: George
Dea Lanzaro: Celestina
Antonio Guerra: Carmine
Anna Lucia Pierro: Agnese

LA RECENSIONE

Il viaggio, i bambino, la formazione personale. Celestina e Carmine siamo tutti noi.

Gabriele Salvatores è noto per il suo approccio innovativo alla narrazione cinematografica e per la capacità di mescolare tematiche sociali e intime. “Napoli-New York” è, infatti, un dramma che esplora l’emigrazione, l’identità e la ricerca di sé stessi. Con uno stile che mescola elementi di road movie, film di formazione e dramma familiare, il film prende spunto da esperienze reali di emigrazione italiane, in particolare quelle napoletane. La pellicola si sviluppa su più piani narrativi, infatti, da un lato racconta la voglia di integrarsi in una società estranea, dall’altro esplora il legame emotivo e culturale tra Napoli e New York, due città che rappresentano poli opposti ma legati da un profondo filo rosso di esperienze condivise tra gli emigranti. Il viaggio, i bambini, la formazione personale, sono temi carissimi al regista e grazie a questo film li esplora in maniera magistrale. La riflessione sull’emigrazione è sempre un tema rilevante, ma in questo caso è raccontato non solo come un fenomeno sociale, bensì come una questione esistenziale. I piccoli protagonisti rappresentano tutti gli italiani che sono andati negli USA senza tornare più nel nostro Paese. All’epoca, eravamo noi gli “stranieri”, eppure con gli anni ci siamo adeguati, siamo stati accettati e abbiamo messo radici. Il messaggio è sempre lo stesso e universalmente valido: tutto questo che abbiamo appeno detto è possibile in una società civile.

Una favola che parte da Fellini

Salvatores, con la sua regia, riesce a cogliere l’intensità emotiva del film, utilizzando un linguaggio visivo semplice ma efficace, talvolta anche molto divertente, proprio come quello del cinema di una volta. Se pensiamo che la storia è stata scritta da Fellini e Pinelli alla fine degli anni ’40, quando non era ancora stato negli USA, allora tutto diventa quasi una favola di formazione, divisa tra magia e neorealismo. Il regista ha cercato, per quanto possibile, di tenersi il più possibile fedele allo script originale (composto da 80 pagine), per rispettare ovviamente i due grandi che l’hanno scritta e perché andava già bene così, apportando solo alcune modifiche nel finale. Salvatores ha ricostruito New York a Cinecittà, nel Teatro 5 (con molti effetti speciali eh), girando anche a Napoli, Trieste e Fiume e riuscendo a ricreare quel periodo storico in maniera talmente reale da lasciarci a bocca aperta. Il contrasto tra la verace e vivissima Napol   i con la più frenetica e “industriale” New York è perfetto. La bravura dei piccoli protagonisti ci fa emozionare dal primo momento e, man mano che si va avanti con la narrazione, la loro avventura ci appassiona sempre di più, vogliamo assolutamente sapere come va a finire. Che dire di Favino? Per lui ormai i dialetti non hanno più segreti, la sua istrionicità però non smette mai di stupirci e il suo capitano Domenico Garofalo è un altro personaggio da inserire nei suoi migliori 10.

IN CONCLUSIONE

Little Italy, ELlis Island, Il Bronx grazie alla fotografia di Diego Indraccolo e alle scenografie di Rita Rabas-sini sembrano reali. Siamo letteralmente inglobati nella dimensione urbana e nella caoticità della Gran-de Mela, proprio come gli “outsider” Carmine e Celestina, inizialmente spaesati, meravigliati e persi. I costumi di Patrizia Chiericoni, invece, ci riportano esattamente a quell’epoca, accarezzati dalle musi-che (veramente straordinarie) di Federico De Robertis. Un mix di ingredienti che fanno di “Napoli-New York” il flm perfetto per tutta la famiglia e, chissà, a fare incetta di nomination e premi (meritati).

Il voto di Cinefily

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