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“Emilia Pérez” è il dramma musicale diretto da Jacques Audiard. La sceneggiatura è tratta dall’omonimo libretto teatrale dello stesso regista, che a sua volta prende ispirazione dal romanzo “Écoute”(2018), di Boris Razon. Il film – il primo di Audiard in spagnolo – è un mix di musical, drama, gangster e queer movie e le protagoniste sono Zoe Saldaña, Selena Gomez e Karla Sofía Gascón. E’ stato presentato al Festival di Cannes 2024, dove ha ricevuto il Premio della giuria e il Premio alla Miglior attrice andato a tutto il cast femminile. Pochi giorni fa ha vinto 4 Golden Globe e ne sentiremo parlare, sicuramente, anche agli Oscar. Prima di andare al cinema, leggete la nostra recensione, come al solito, senza spoiler.

LA TRAMA

Le storie intrecciate dell’avvocatessa Rita Castro e di Juan Manitas Del Monte/Emilia Pérez

Rita Moro Castro (Zoe Saldana) è un avvocato al servizio di un grande studio di Città del Messico, più interessato a scagionare i criminali che a consegnarli alla giustizia. Un giorno riceve un’offerta del tutto inaspettata: aiutare Juan Manitas Del Monte (Karla Sofia Gascon), un potente boss del cartello messicano della droga a ritirarsi dai suoi loschi affari e sparire per sempre. L’uomo ha in mente di attuare il progetto su cui lavora da anni: diventare la donna che ha sempre sognato di essere. Insoddisfatta del suo lavoro, Rita decide di accettare l’incarico, ignara del fatto che questa scelta cambierà per sempre la vita di molti. La situazione, infatti, La situazione si complica quando Emilia si rende conto di non poter vivere senza la sua famiglia e coinvolge Rita in un piano con cui riabbracciare sua moglie Jessi (Selena Gomez) e i loro figli senza che questi smettano di crederlo morto. Nel frattempo, però, Jessi sta progettando di fuggire col suo spasimante Gustavo (Edgar Ramirez), che ha adocchiato i soldi di Emilia.

INFO & CAST
Anno 2024
Durata 132 min
Regia Jacques Audiard

Cast
Karla Sofia Gascòn: Juan Manitas Del Monte/Emilia Pérez
Zoe Saldana: Rita Moro Castro
Selena Gomez: Jessi Del Monte
Edgar Ramirez: Gustavo Brun
Adriana Paz: Epifania Flores

LA RECENSIONE

Un mix di generi gestito alla perfezione

Audiard ha fatto centro alla grande. Con “Emilia Pérez” mescola sapientemente il musical, il gangsta drama, sfiorando in alcuni tratti la commedia e anche il romance, senza mai scadere nel ridicolo o in un potpourri senza senso. Noi abbiamo avuto la fortuna di vederlo in lingua originale e, ad iniziare dalla sceneggiatura scritta dal regista con Thomas Bidegain, Léa Mysius e Nicolas Livecchi, il mix di inglese e per la maggior parte spagnolo, tutto è stato programmato alla perfezione. Tante sono le parti cantate e coreografate (le canzoni sono state scritte dall’artista francese Camille con la collaborazione di Audiard mentre le musiche sono di Clément Ducol) ma non distolgono l’attenzione dal plot principale, essenzialmente drammatico, né tantomeno lo appesantiscono come avvenuto con “Joker: Folie à Deux”, per intenderci. Merito, soprattutto, della bravura delle attrici principali, Saldana, Gomez e Gascon, veramente tutte meritevoli di premi.

Temi complessi trattati in maniera sorprendente

I temi principali sono molto importanti e complesso, ma Audiard riesce a trattarli in maniera talmente aperte, dinamica, sottile e allo stesso tempo profonda, che raramente siamo rimasti talmente entusiasti all’uscita della sala. I cartelli della droga, la transizione sessuale, il melodramma messicano tradizionale, la tragica situazione dei desaparecidos gravitano attorno alle storie d’amore, amicizia, morte, redenzione, rinascita, sensi di colpa e denaro dei personaggi principali. Nessuno di questi viene lasciati in ombra, anzi, tutti effettuano una sorta di formazione personale (per lo più in negativo, in una sorta di parabola discendente) speranzosa e avviata verso una luce che non arriverà mai. La storia di Juan Manitas Del Monte/Emilia Pérez spiazza e affascina per quanto surreale, cruda ma anche divertente e spietata ed è resa in modo sorprendente sul grande schermo dalla bravissima dalla star delle telenovelas spagnole Karla Sofía Gascón, che si è si è aggiudicata il Prix d’interprétation féminine al Festival di Cannes e ha ricevuto una candidatura al Golden Globe per la Migliore attrice in un film commedia o musicale; due ai Critics Choice Award e allo Screen Actors Guild Award. Audiard ha dato il ruolo della vita anche a Zoe Saldana – già vincitrice del Golden Globe – catapultandola sulle montagne russe, da avvocatessa al servizio della legge ma al verde, fino al tuffo nei soldi appoggiando e aiutando quello che, fino a poco tempo prima, era un assassino seriale e che si trasformerà in una sorta di faro per la gente scomparsa a causa dei cartelli e dei narcotrafficanti.

132 minuti di grande cinema

Troppa carne al fuoco? Niente affatto perché Audiard è il maestro dell’espressionismo moderno e in 132 minuti riesce a condensare come uno chef pluristellato tutti gli ingredienti per offrire, ancora una volta, un grandissimo prodotto cinematografico, rischiando fortemente, ma finendo per trionfare. La fotografia di Paul Guilhaume ci cattura dai primi fotogrammi e il montaggio ad incastro iperbolico di Juliette Welfling meriterebbe un articolo a parte. La ciliegina sulla torta sono le scenografie di Emmanuelle Duplay e i costumi di Virginie Montel, semplicemente perfetti. Ora, oltre ai 4 Golden Globe già conquistati (Miglior film commedia o musicale, Migliore attrice non protagonista a Zoe Saldana, Migliore canzone originale a “El mal” e Miglior film straniero su ben 10 nomination, si prevede anche un en plein agli Oscar, ma sarebbero veramente tutti meritati. Correte al cinema e poi fateci sapere.

Il voto di Cinefily

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