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Il 19 marzo 1955 nasceva una delle più grandi amate star dei film d’azione e non solo. Bruce Willis ha nel suo curriculum ben 116 film e tantissimi cult che ci hanno fatto sognare ma, purtroppo, dal 2022 si è ritirato dalle scene a causa di una malattia degenerativa che gli impedisce di continuare a recitare. Con lui, però, ci sono sempre l’ex moglie Demi Moore e le loro tre figlie.

E’ il re indiscusso dei film d’azione e di cult indimenticabili come “Il Sesto senso”, “Armageddon”, “Unbreakable” e la saga di “Die Hard”. Con ben 116 film all’attivo, Bruce Willis è anche uno degli attori con il curriculum più lungo e vario ma, purtroppo, dal 2022 sta facendo i conti con una malattia degenerativa che non gli permette più di lavorare. Al suo fianco, però, ci sono sempre l’ex moglie Demi Moore e le sue figlie che non lo lasciano solo neanche un minuto. Noi gli facciamo i nostri migliori auguri per i suoi 70 anni!

I primi lavori in tv e la serie Moonlighting

Willis è nato in Germania Ovest, esattamente in una base militare americana della cittadina di Idar-Oberstein. Il padre era un militare e, dunque, nel 1957 la famiglia si trasferisce in New Jersey dove l’attore studia prima al Penns Grove, poi al Montclair State College per studiare arte drammatica. All’inizio, lo fa per rimediare alla balbuzie ma poi si appassiona tantissimo alla recitazione. Dopo aver fatto mille lavori, nel 1978 arriva il primo piccolissimo ruolo in “Animal House”, di John Landis e decide di trasferirsi a Los Angeles. Qui partecipa ad alcuni episodi delle serie “Miami Vice” e “Ai confini della realtà”, ma anche a film come “Delitti inutili”, di Brian G. Hutton e “Il verdetto”, di Sidney Lumet. La svolta sembra arrivare con la serie “Moonlighting”(1985-1989), dove interpreta il ruolo del detective David Addison che gli regalerà un Golden Globe e un Emmy.

Il matrimonio con Demi Moore e la saga di “Die Hard”

Nel 1987 è con Kim Basinger nel film “Appuntamento al buio” e sposa l’attrice Demi Moore, dalla quale avrà le tre figlie Rumer, Scout LaRue e Tallulah Belle. Nel 1988 raggiunge il successo al cinema con “Trappola di cristallo”(“Die Hard”), di John McTiernan. Da quel momento, diventa la nuova stella del cinema d’azione. Nel 1990 è la volta di “58 minuti per morire – Die Harder” (“Die Hard 2”), di Renny Harlin e de “Il falò delle vanità”(1990) del grande Brian De Palma. Nel 1991, con Demi Moore, Sylvester Stallone, Arnold Schwarzenegger e Whoopi Goldberg fonderà la catena di ristoranti Planet Hollywood e negli anni successivi girerà film di grande seguito come “La morte ti fa bella”(1992), di Robert Zemeckis; il thriller erotico “Il colore della notte”(1994), di Richard Rush; “Pulp Fiction”(1994), il cult di Quentin Tarantino; “Die Hard – Duri a morire”(1995), di John McTiernan e “L’esercito delle 12 scimmie”(1995), di Terry Gilliam.

Il successo di “Armageddon” e “Il Sesto senso”

La fine degli anni ’90 lo vede ancora protagonista di pellicole famosissime tra cui “Il quinto elemento”(1997), di Luc Besson; “The Jackal”(1997), diretto da Michael Caton-Jones; “Codice Mercury”(1998), di Harold Becker e il blockbuster “Armageddon – Giudizio finale”(1998), per la regia di Michael Bay. Il 1999 è l’anno di “The Sixth Sense – Il sesto senso”, di M. Night Shyamalan che è diventato un grande cult e ha incassato ben 672 milioni di dollari in tutto il mondo. Con lo stesso regista gira anche il bellissimo “Unbreakable – Il predestinato”(2000), che incassa 248 milioni di dollari.

Da “Sin City” a “G.I. Joe”

Gli anni Duemila lo vedono ancora sulla cresta dell’onda grazie a pellicole come “Sotto corte marziale”(2002), di Gregory Hoblit; “L’ultima alba”(2003), di Antoine Fuqua, “Hostage”(2005), diretto da Florent Emilio Siri e il bellissimo “Sin City”(2005), di Frank Miller e Robert Rodriguez, dove interpreta il ruolo del detective John Hartigan. Paul McGuigan, nel 2006, gli affida il ruolo di Goodkat/Smith in “Slevin – Patto criminale” mentre nel 2007 torna nei panni del poliziotto John McClane per “Die Hard – Vivere o morire”, quarto capitolo della celebre saga, segnando l’incasso più alto del franchise con 388 milioni di dollari. Nel 2010 è in “Red” con John Malkovich, Helen Mirren, Morgan Freeman e appare in un cameo nel film di Sylvester Stallone “I mercenari – The Expendables”. Nel 2012 escono “Moonrise Kingdom”(2012), di Wes Anderson ed è ancora nel sequel “I mercenari 2”, invece l’anno dopo è nelle sale con “Die Hard – Un buon giorno per morire”, quinto capitolo della serie. Seguiranno “G.I. Joe – La vendetta”(2013), di Jon M. Chu; “Red 2”(2013), diretti da Dean Parisot e “Sin City – Una donna per cui uccidere”(2014), di Robert Rodriguez e Frank Miller.

Gli ultimi film e la demenza frontotemporale

Nel 2018 è protagonista de “Il giustiziere della notte – Death Wish”, diretto da Eli Roth, remake dell’omonimo film del 1974 interpretato da Charles Bronson e nel 2019 è sul set di “Glass”, sequel del film “Unbreakable – Il predestinato”, che ha un grande successo al box office, incassando 247 milioni di dollari in tutto il mondo. In seguito, gira “Motherless Brooklyn”(2019), di Edward Norton e almeno altre 25 pellicole in 3/4 anni ma di scarso seguito. Nel 2022 inizia la trilogia di “Detective Night – La notte del Giudizio”, di Edward Drake, proseguita con “Detective Knight – Giorni di fuoco”(2022) e “Detective Knight – Fine dei giochi”(2023) e l’ultimo film in cui lo vedremo sarà “Assassin”(2023), di Jesse Atlas. Nel marzo 2022, la sua famiglia ha annunciato il ritiro dell’attore dalla recitazione dopo la diagnosi di afasia. Willis ha voluto, quindi, completare 8 film prima di non riuscire più a parlare. Nel febbraio 2023, la famiglia ha comunicato che le sue condizioni di salute sono peggiorate e che i medici gli hanno diagnosticato una demenza frontotemporale. Questa malattia deriva da disturbi ereditari o spontanei – che si manifestano per ragioni sconosciute – che causano la degenerazione del lobo frontale e a volte temporale del cervello. I sintomi sono cognitivi, comportamentali e motori e, purtroppo, ad oggi non esiste alcun trattamento in grado di arrestare il decorso.

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