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In Italia avevamo 2700 sale cinematografiche. Adesso sono 1000. Un docente della Sapienza lo ha reso noto oggi ma l’allarme, ormai, riecheggia da tempo. La chiusura dei cinema rappresenta sempre una perdita culturale e sociale incalcolabile, che mina non solo l’industria, ma anche il nostro rapporto con la cultura visiva e l’intrattenimento. Noi ne abbiamo fatto una rapida analisi e vi diciamo perché non andrebbero mai chiusi o trasformati in supermercati.

E’ notizia di poche ore fa: “I dati sono drammatici: di 2.700 sale cinematografiche che avevamo in Italia ne restano meno di mille, a Roma in pochi anni ne sono state chiuse 102“. Sono le parole di Silvano Curcio, docente di architettura alla Sapienza, intervenuto all’assemblea pubblica sul tema “Terzi Luoghi – Una città che si-cura” a Roma, promossa dal Comitato SOS Sale, che raccoglie decine di realtà civiche per salvare i cinema chiusi o abbandonati della capitale e contrastare la proposta di legge regionale del centrodestra nel Lazio che potrebbe trasformarne molti in centri commerciali, alberghi o parcheggi.

Curcio – autore anche del libro “Fantasmi urbani – La memoria delle sale cinematografiche di Roma” – a fine intervento ha affermato che “Non dobbiamo dimenticare la nostra cultura e la nostra storia“. Ed è proprio questo il punto, al di là di tutte le leggi e gli interventi previsti. Il cinema è da sempre un luogo di incontro, di emozioni condivise e di riflessione collettiva. Con l’avvento delle piattaforme di streaming e il continuo sviluppo di tecnologie digitali, è innegabile che il settore cinematografico abbia visto una trasformazione radicale negli ultimi anni. Tuttavia, in questo scenario di rapidi cambiamenti, la chiusura dei cinema rappresenta sempre una perdita culturale e sociale incalcolabile, che mina non solo l’industria, ma anche il nostro rapporto con la cultura visiva e l’intrattenimento.

Un luogo di socializzazione e comunità

Il cinema non è solo un luogo dove guardare film, ma un punto d’incontro sociale. Guardare un film insieme ad altre persone crea una connessione unica, un’esperienza che, al di là della trama, arricchisce l’individuo. La risata collettiva, i momenti di tensione condivisa e persino il silenzio che accompagna le scene più intense, sono esperienze che non possono essere replicate dallo streaming a casa, dove ognuno guarda il film nel suo intimo spazio personale. La chiusura dei cinema eliminerebbe uno degli ultimi luoghi di socializzazione in un mondo sempre più virtuale e isolato.

La conservazione della cultura cinematografica

I cinema sono luoghi storici che custodiscono la memoria e l’evoluzione della cultura visiva. Ogni film che viene proiettato in sala non è solo un’opera cinematografica, ma anche una testimonianza di un’epoca, di un movimento culturale e di un’emozione universale. La scomparsa dei cinema potrebbe significare una minore attenzione alla qualità della proiezione e una perdita di autenticità. La visione di un film su uno schermo grande, con una qualità dell’immagine e del suono impareggiabili rispetto a quella domestica, è un’esperienza unica che i cinema, con la loro grandezza e la loro magia, possono ancora offrire.

Il cinema come elemento educativo

Il cinema non è solo intrattenimento, è anche educazione. Molti film sono un mezzo potente per esplorare temi complessi come la storia, la politica, la psicologia e la condizione umana. I cinema offrono spazi di riflessione, dove è possibile vedere una vasta gamma di film, dal grande blockbuster al cinema d’autore, dal documentario alle opere sperimentali. Le rassegne cinematografiche, i festival e le retrospettive sono occasioni in cui il pubblico può accedere a film difficilmente reperibili in altre modalità. La chiusura dei cinema priverebbe l’educazione culturale di un canale fondamentale per l’acquisizione di conoscenze e sensibilità artistiche.

L’impatto economico e occupazionale

Oltre al valore culturale, i cinema rappresentano anche un’importante risorsa economica. La loro chiusura porta sempre con sé la perdita di migliaia di posti di lavoro, tra cui quelli degli operatori delle sale, dei tecnici, degli addetti alla sicurezza, dei gestori e di molti altri professionisti legati a questo settore. Inoltre, il cinema è un indotto che sostiene altre attività economiche, quali ristoranti, negozi e trasporti, che beneficiano dell’afflusso di pubblico. La perdita dei cinema ha sempre conseguenze disastrose per l’economia locale.

La valorizzazione del talento artistico

Il grande schermo offre una piattaforma privilegiata per registi, attori e tecnici del settore cinematografico per esprimere il loro talento e per raggiungere il pubblico in modo diretto e immediato. La chiusura dei cinema rischierebbe di ridurre la possibilità per i cineasti di avere un’ampia visibilità. Il cinema, infatti, rappresenta anche un’opportunità per giovani artisti di emergere, di fare esperimenti e di confrontarsi con una platea vasta e diversificata. Mantenere aperti i cinema è fondamentale per dare spazio alla creatività e alla sperimentazione artistica.

La magia dell’esperienza cinematografica

Guardare un film al cinema è un’esperienza che va al di là della semplice visione. È un rito sociale che coinvolge i sensi e le emozioni. L’atmosfera di una sala buia, l’attesa del “silenzio, per favore”, l’eco della musica che risuona forte nelle casse, tutto questo crea una magia che non può essere replicata a casa. È un’esperienza immersiva che ci permette di vivere il film in un modo che altre modalità di visione non possono eguagliare. I cinema sono luoghi che vanno protetti, sostenuti e promossi perché sono spazi di crescita sociale e culturale. La chiusura totale delle sale – nella peggiore delle ipotesi – priverebbe le nuove generazioni della possibilità di accedere a questa forma di intrattenimento che ha segnato le vite di milioni di persone e che non può rimanere solo un ricordo. Sarebbe veramente assurdo.

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