Skip to main content

Ron Howard è tornato nei nostri cinema, dopo il film “Tredici vite”, con “Eden”, un drama-thriller che vi catturerà dai primi minuti. Il film è stato presentato in anteprima mondiale il 7 settembre 2024 al TIFF, invece, la prima italiana è stata il 22 novembre 2024 al 42º Torino Film Festival. Protagonisti Jude Law, Vanessa Kirby e Daniel Bruhl. La pellicola è basata sulla storia realmente accaduta di alcuni coloni europei che giunsero ad abitare sull’isola di Floreana per sfuggire alle leggi della Germania del 1929. Noi l’abbiamo visto per voi e, prima di andare al cinema, leggete la nostra recensione senza spoiler.

LA TRAMA

Un mondo nuovo su un'isola deserta

Il Dottor Friedrich Ritter (Jude Law) e sua moglie Dora Strauch (Vanessa Kirby) fuggono dalla loro nativa Germania nel 1929, rinnegando i valori borghesi che, a loro avviso, stanno corrodendo la vera natura dell’umanità. Sull’isola di Floreana (Isole Galápagos, in Ecuador), Friedrich può concentrarsi sulla stesura del suo manifesto, mentre Dora decide di curare la sua sclerosi multipla attraverso la meditazione. La loro solitudine, conquistata a fatica, è tuttavia di breve durata. A loro si uniscono Margret (Sydney Sweeney) e Heinz Wittmer (Daniel Brühl), che si dimostrano coloni seri e capaci. Poi arriva Eloise Bosquet de Wagner Wehrhorn (Ana De Armas), autoproclamatasi Baronessa e “incarnazione della perfezione”, che arriva con due amanti devoti, un servitore ecuadoriano, un guardaroba pieno di abiti da sera e progetta di costruire un hotel di lusso. Tra il maltempo, la fauna selvatica indomita e la totale mancanza di comfort, tutti e tre i gruppi troveranno la vita su Floreana ardua. Ma nulla metterà alla prova il loro coraggio più della sfida di convivere con vicini disperati, capaci di furti, inganni e cose peggiori.

INFO & CAST
Anno 2024
Durata 129 min
Regia Ron Howard

Cast
Jude Law: Dottor Friedrich Ritter
Vanessa Kirby: Dora Strauch Ritter
Daniel Bruhl: Heinz Wittmer
Sydney Sweeney: Margret Wittmer
Ana de Armas: Baronessa Eloise Bosquet de Wagner Wehrhorn

LA RECENSIONE

La vacuità delle utopie e la lotta per la sopravvivenza

Beh, l’avevamo aspettato tanto perché Ron Howard è uno dei nostri registi preferiti e questo survival thriller era un genere alquanto nuovo per lui. Come al solito, la sua regia è caratterizzata da una narrazione fluida e coinvolgente, che riesce a mantenere alta l’attenzione dello spettatore. Naturalmente, questo è stato reso possibile anche grazie alla sceneggiatura di Noah Pink e dalle scenografie naturali dell’isola, che hanno facilitato moltissimo il lavoro alla fotografia di Mathias Herndl, veramente mozzafiato, con paesaggi straordinari che mozzafiato che fanno da sfondo alle vicende dei protagonisti, creando un contrasto tra la bellezza della natura e le difficoltà della vita. “Eden”, comunque, non è solo impatto visivo ma è un film che esplora temi profondi come la speranza, la redenzione, la vacuità delle utopie, l’opportunismo del capitalismo e la lotta per la sopravvivenza. La storia, infatti, si svolge in un contesto di crisi e affronta le sfide che i personaggi devono affrontare per trovare un senso di appartenenza e di pace, anche se, verso la fine, il filo del discorso si perde un pochino, si sfilaccia verso un finale che forse avremmo preferito fosse diverso.

Un cast di stelle ma non sfruttato abbastanza

La scelta del cast di sole stelle è un enorme punto di forza di Eden. Jude Law e Vanessa Kirby sono quelli più sviluppati, con la Baronessa di Ana De Armas, forse a scapito degli altri (vedi Daniel Bruhl e Sydney Sweeney), ma comunque Howard cerca di sviluppare e dare spessore a tutti loro, con interazioni autentiche e, talvolta, anche molto crude. Beh, sulla colonna sonora di Hans Zimmer non possiamo dire nulla perché è semplicemente perfetta e incornicia egregiamente ogni momento della storia, da quelli più “calmi”, nella parte iniziale, fino a quelli decisamente più concitati che vedrete dopo circa 40 minuti. “Eden” va in crescendo ma ci rendiamo subito conto che si tratta di una bomba ad orologeria pronta ad esplodere e, infatti, succederanno fatti che stupiranno non poco il pubblico.

Una lavorazione durata 15 anni

Nel film, Howard ci tiene a dre che si è basato su una storia vera. Infatti, in una recente intervista al Corriere della Sera ha detto quanto segue: “Sì, alla base c’è la vicenda reale raccontata, da due punti di vista diversi, nei libri delle sopravvissute alla vicenda: Satan Came to Eden: A Survivor’s Account of the Galapagos Affair””, scritto da Dore Strauch e Floreana: A Woman’s Pilgrimage to the Galapagos di Margret Wittmer. Ma il racconto ha l’epos di una tragedia greca, insieme un tono da romanzo russo e da survival movie. È una mescolanza di tante cose, personalità fuori dal comune, suggestioni anche estreme e temi universali, che mi sembravano irresistibili” e ha continuato dicendo che ci ha messo addirittura 15 anni per portarlo al cinema: “Vero. Ma oggi, dopo la pandemia e con la situazione internazionale che stiamo vivendo, mi sembra ancora più rilevante. Lo avessi fatto subito ne sarebbe uscito un film diverso, ne sono certo. Ma adesso mi sembra più in sintonia con i tempi. La tentazione di fuggire dalla società, per esempio, mi pare più attuale che mai di fronte alle nostre difficoltà”. E noi gli diamo 3 stelle.

Il voto di Cinefily

Ti è piaciuto l'articolo? Lascia un commento!