Un film che non possiamo rifiutare... o forse si?
Il Padrino compie 50 anni. Uno dei film più influenti della storia del cinema, venne infatti presentato in anteprima a New York il 15 marzo 1972. Proprio qualche settimana fa, in occasione di questa ricorrenza, la Paramount Pictures ha rilasciato una versione rimasterizzata del film, con la supervisione del regista Francis Ford Coppola, oggi 82enne. L’American Film Institute ha classificato Il Padrino al secondo posto nella classifica dei più grandi film americani mai realizzati (per la cronaca al primo abbiamo Quarto Potere).
LA TRAMA
L'importanza della famiglia
“Il Padrino” porta in scena la storia di una famiglia mafiosa. Vito Corleone (Marlon Brando) è il Padrino, capo di una banda nella zona di New York. Il suo legittimo successore è il figlio maggiore Sonny (interpretato da James Caan). Il suo secondo figlio Fredo (John Cazale) è un debole, mentre il terzo e più giovane, Michael (Al Pacino), è stato da sempre tenuto lontano dagli affari di famiglia per farlo crescere come un cittadino americano civile. Sicuramente in un ambiente più sano. Scoppia una terribile guerra tra bande e così Michael si unisce: sia per via delle circostanze sia per una sua decisione intima e profonda. Il film si conclude poi con lui che succede a Don Vito come nuovo boss del crimine, più freddo e cinicamente spietato del padre.
La trama de Il Padrino pare già così avvincente da queste pochissime righe, che tuttavia non riescono a far trasparire l’essenza di un film tanto speciale. Il Padrino è un classico assolutamente da vedere che si eleva grazie ad alcuni capisaldi. Sono da citare la regia virtuosa di Coppola, lo straordinario cast, e la fotografia che utilizza luci soffuse e ombre profonde per creare un ambiente unico.
INSIDER
Regia, cast, diritti d'autore, mafia...
Ecco tutti i dettagli sulla produzione travagliata de Il Padrino
La produzione del film è una storia epica e avvincente quasi quanto il film stesso. A fine anni ’60 la Paramount Pictures si trovava in gravi difficoltà economiche dopo una serie di flop ad alto budget. Nello stesso periodo, l’autore Mario Puzo era alla ricerca disperata di 10.000 $ per poter saldare i propri debiti di gioco. La fortuna (loro e nostra) volle che le due parti si incontrarono. L’autore di origini italiane vendette i diritti sul suo romanzo Il Padrino (non ancora completato) allo studio americano. Così partì la pre-produzione del film!
La scelta del regista fu il primo problema da affrontare. Vennero fatti i nomi di ben di sette registi fino a che, dopo un iniziale e apparente rifiuto, Coppola – su consiglio dell’amico George Lucas – accettò il lavoro.
DIVERGENZE CREATIVE
Coppola e Puzo vedevano in Marlon Brando l’attore ideale per il ruolo di Don Vito, ma la Paramount era totalmente contraria. Brando, all’epoca, era infatti una star sbiadita ed era stato inserito in una sorta di lista nera per vari comportamenti oltraggiosi. Anche il ruolo di Michael (reso celebre da Al Pacino) è stato in forse fino all’ultimo. La Paramount non vedeva infatti di buon occhio il debuttante Al Pacino, considerato persino troppo basso per interpretare Michael. Inoltre durante tutta la realizzazione del film, lo studio e Coppola ebbero gravi divergenze creative: il regista è stato quasi licenziato in diverse occasioni. Alla fine però tutto è andato decisamente per il meglio!
Oltre alle varie e tipiche problematiche hollywodiane, anche la mafia della vita reale si è sforzata di far cessare la realizzazione del film. Pare che negli studi Paramount siano arrivate diverse minacce, più o meno velate. L’auto del produttore Al Ruddy è stata persino incendiata. E vuoi sapere l’aneddoto più curioso? Pensa che l’approvazione finale sul film è stata data proprio da un boss della mafia di New York. Quest’ultimo ha difatti dato un’occhiata al copione e dato il via libera con una sola richiesta… richiesta ovviamente impossibile da rifiutare: la parola “mafia” non sarebbe dovuta essere menzionata in tutto il film. E così venne fatto.