Dal 21 dicembre nelle sale è sbarcato “Wish”, il nuovo film d’animazione targato Disney, co-diretto dal premio Oscar Chris Buck (“Frozen”, “Frozen 2″) e Fawn Veerasunthorn (“Raya e l’ultimo drago”) e in parte ispirato alla canzone Disney “When You Wish Upon a Star”, scritta per la colonna sonora del classico d’animazione “Pinocchio”, del 1940. La protagonista è Asha che, con una piccola sfera di energia chiamata Star, dovrà affrontare Re Magnifico per salvare la sua comunità dopo aver espresse un desiderio molto potente. Insieme al film, viene proiettato anche “Once Upon a Studio”, breve cortometraggio di 9 minuti che mescola live action, animazione tradizionale e CGI e che è un vero spettacolo per gli occhi. Curiosi? Leggete allora la nostra recensione e poi correte al cinema.
LA TRAMA
“Immagina un luogo in cui i desideri diventano realtà…”
In Wish di Disney Animation, Asha (Ariana DeBose), un’arguta idealista, esprime un desiderio così potente che viene esaudito da una forza cosmica, una piccola sfera di energia illimitata chiamata Star. Insieme, Asha e Star affrontano un formidabile nemico, il sovrano di Rosas, Re Magnifico, per salvare la sua comunità e dimostrare che quando la volontà di un coraggioso essere umano si connette con la magia delle stelle, possono accadere cose meravigliose.
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INFO & CAST
Durata 95 min
Regia Chris Buck, Fawn Veerasunthorn
Doppiatori originali
Ariana DeBose: Asha
Chris Pine: Re Magnifico
Alan Tudyk: Valentino
Angelique Cabral: Regina Amaya
Victor Garber: Sabino
LA RECENSIONE
Un piccolo gioiellino che incanta, diverte ed emoziona
In casa Disney possono stare tranquilli. “Wish”, la loro 62esima pellicola che arriva per festeggiare i 100 anni dalla fondazione, è un piccolo gioiellino che incanta, diverte ed emoziona. La storia della 17enne Asha (doppiata da Gaia, vincitrice di “Amici”) che cercherà di ridare i sogni agli abitanti del Regno di Rosas, aiutata dalla capretta Valentino (doppiata magistralmente da Amadeus), dalla sfera di luce Star e dalla Regina Amaya, moglie del cattivissimo Re Magnifico, funziona alla grande e ci riporta alla magia dei grandi classici. L’importanza dei sogni, il sentiero per raggiungerli, la caparbietà che ci da la forza per farlo, il supporto degli amici e di qualche segnale dal cielo, sono tutte caratteristiche peculiari del mondo Disney che forse si erano un po’ perdute.
Uno spettacolo multiculturale con personaggi che resteranno nella memoria
Grazie alla sceneggiatura di Jennifer Lee e Allison Moore, tutti questi fattori tornano in auge, offrendo uno spettacolo meraviglioso, multiculturale, aperto alla speranza, supportato dalle musiche di David Metzger, Julia Michaels e Benjamin Rice, con canzoni che inevitabilmente resteranno nel cuore dei più grandi e dei più piccoli (vedi “Un sogno splende in me”, cantata da Gaia). Grande spazio ai dialoghi, veloci, maturi, ironici, in alcune scene anche profondi ma mai pesanti, proprio per dare maggiore dinamicità al racconto che, soprattutto nella seconda parte, decolla facendo scivolare i 95 minuti di durata in un batter d’occhio. Buona la caratterizzazione dei personaggi principali (forse si poteva dare più spazio ai piccoli amici di Asha?) che potrebbero riportare ai vecchi fasti anche la vendita di tutto il merchandising legato alla pellicola. Staremo a vedere.
Il potere delle donne e l’odore di Oscar
Il character design (di Bill Scwab) e le scenografie fondono molto bene tradizione e modernità, dando vita sul grande schermo a numeri musicali eccezionali, con i classici animali parlanti e “umanizzati” tanto amati dai bambini. L’asse centrale del progetto è rappresentato dalle donne, quindi Asha e la Regina Amaya in primis, coraggiose e idealiste, a discapito della figura maschile (rappresentata da Re Magnifico, ma non solo da lui) che appare insidioso, insensibile e a tratti anche ridicolo. Ottima la fotografia di Rob Dressel e Adolph Lusinsky sui toni del blu e del grigio che poi s’illuminano con l’arrivo di Star, ma una menzione speciale va anche al montaggio di Jeff Draheim, un vero mago nel suo campo. Sentiamo già odore di nomination.
Il voto di Cinefily