“Il colore viola”(“The Color Purple”) è diretto da Blitz Bazawule ed è l’adattamento per il grande schermo del musical di Broadway, “The Color Purple”, con libretto di Marsha Norman e colonna sonora di Brenda Russell, Allee Willis e Stephen Bray, a sua volta tratto da “Il colore viola”, romanzo premio Pulitzer di Alice Walker. Nel 1985, è già uscita una versione per il cinema firmata da Steven Spielberg, che compare adesso come produttore del film di Bazawule, assieme a Oprah Winfrey. Noi l’abbiamo visto, quindi, prima di andare al cinema, leggete la nostra recensione.
LA TRAMA
Razzismo e maschilismo nella Georgia dei primi del '900
Il film è ambientato nel Novecento nel sud degli Stati Uniti e racconta la storia di un gruppo di donne afroamericane, che nel corso della loro vita affrontano momenti davvero difficili e combattono diverse lotte. Prima tra tutte c’è Celie (Fantasia Barrino), che sin dalla giovanissima età ha subito soprusi, dapprima a causa del padre violento e incestuoso e di un marito alcolizzato e facinoroso, Mister (Colman Domingo), che è stata costretta a sposare. Quando suo padre cerca di violentare sua sorella minore, Nettie (Halle Bailey), la donna le offre un riparo nella sua casa. Purtroppo, anche qui Nettie non è al sicuro, perché Mister prova a molestarla, ma non riuscendo nel rozzo atto, la caccia di casa. In seguito, Celie avrà un figlio, Harpo (Corey Hawkins), che sposerà una giovane donna forte e indipendente, Sofia (Danielle Brooks). Peccato che anche quest’ultima subirà la violenza maschile da parte del marito, convinto da Mister a dimostrare il suo valore di uomo. È così che Sofia lascia Harpo, che inizierà a frequentare un’altra donna. L’arrivo della cantante jazz Shug Avery (Taraji P. Henson) nella casa di Mister, del quale era un’amante, sconvolgerà le carte in tavola, perché l’artista noterà come Celie sia totalmente sottomessa a Mister. L’uomo con Shug si comporta, invece, galantemente e sempre quasi domato dalla donna. Il ritorno di Sofia porterà attriti tra lei e la nuova compagna di Harpo, Squeak (H.E.R.), tanto che verrà cacciata dalla comunità. In seguito al suo allontanamento, Sofia verrà anche arrestata per aver disubbidito a un ordine di una donna bianca. Questo gruppo di donne, vessate e maltrattate, dovrà instaurare una forte sorellanza, trovare il coraggio di allontanare dalle loro vite uomini tossici e di vivere da sole in una società dove il colore della pelle ha un peso importante.
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INFO & CAST
Durata 154 min
Regia Blitz Bazawule
Cast
Fantasia Barrino: Celie Harris Johnson
Phylicia Mpasi: Celia da giovane
Taraji P. Henson: Shug Avery
Danielle Brooks: Sofia
Colman Domingo: Albert “Mister” Johnson
Ciara: Nettie Harris
Halle Bailey: Nettie Harris da giovane
Aunjanue Ellis: Mama
LA RECENSIONE
Un collage temporale perfetto di emozioni in musica
“Il colore viola” è stato sempre un pugno allo stomaco, in qualsiasi versione teatrale e/o cinematografica. Anche questa di Blitz Bazawule (“The Burial of Kojo”, “Black Is King”) ci porta attraverso dure realtà fatte di razzismo, maschilismo e regole dettate da una società patriarcale che ci fanno rabbrividire. La Georgia dell’epoca è un microcosmo di vessazioni vissute da Celie (Fantasia Barrino) e Nettie (Halle Bailey), in primis, ma la loro storia è universalmente valida, terrificante e piena di speranza allo stesso tempo. Naturalmente, a smorzare la tensione e la complessità delle tematiche principali (forse un po’ troppo rispetto all’originale?) ci pensa la colonna sonora di Kris Bowers con i contributi di pezzi straordinari di artisti eccezionali e pluripremiati come Alicia Keys, Mary J. Blige, Jennifer Hudson e Missy Elliott. La fotografia di Dan Laustsen ci restituisce una Georgia che mescola colori prevalentemente caldi ma anche freddi, alternandoli sapientemente a seconda dello stato d’animo dei personaggi o della situazione che si sta rappresentando, senza strafare. Il montaggio di Jon Poll è semplicemente da Oscar. Il collage che mette insieme i pezzi partendo dal 1090, poi 1917, 1943 e 1945 è perfetto, senza nessuna pecca o salto temporale troppo brusco. A completare questo piccolo capolavoro della cinematografia ci pensano le scenografie di Paul D. Austerberry e i costumi di Francine Jamison-Tanchuck.
Un cast senza pari ma la sceneggiatura è il vero punto debole
Il cast è la vera punta di diamante di tutto il progetto. Fantasia Barrino nei panni di Celia è magnifica e la mancata nomination gli Oscar è veramente scandalosa. Grandiose sono anche le performance di Danielle Brooks (Sofia), candidata agli Oscar come Miglior attrice non protagonista, poi Colman Doming (Mister), H.E.R. (Mary Agnes), Taraji P. Henson (Shug), Ciara (Nettie Harris), Halle Bailey (Nettie da giovane) e Aunjanue Ellis. L’elemento che potrebbe far storcere il naso a qualcuno è la sceneggiatura di Marcus Gardley, che non si sofferma mai a fondo su una delle tematiche principali, tendendo a smorzare i momenti troppo drammatici ricorrendo all’arma del musical, e “rinsavendo” solo nel finale, a cui però arriva in maniera – secondo noi – troppo frettolosa e approssimativa. Certo, la dimensione musicale può essere vista anche come una sorta di mondo parallelo di “evasione”, ma forse ci si discosta troppo dal classico “Il colore viola” che tutti si aspettavano di (ri)vivere. Detto ciò, la pellicola di Bazawule è una grande prova portata avanti con coraggio, dignità e talento e vale la pena di essere vista.
Il voto di Cinefily