Dopo la tappa fuori concorso al Festival di Cannes 77, dove ha ottenuto infiniti applausi, il 4 luglio è arrivato nei nostri cinema “Horizon: An American Saga – Capitolo 1”, saga western prodotta, diretta e interpretata dal grandissimo e redivivo Kevin Costner. Un trailer meraviglioso, un cast da Oscar e una storia molto interessante ne potrebbero fare una delle sorprese di quest’estate. Noi l'abbiamo visto per voi e, purtroppo, dobbiamo dire che non è tutto oro quel che luccica. Leggete la nostra recensione e diteci, poi, cosa ne pensate.
LA TRAMA
L'epopea western della durata di 15 anni
Una cronaca di 15 anni dell’espansione e dell’insediamento pre e post guerra civile del West americano – un viaggio irto di pericoli e intrighi dalle lotte con gli elementi naturali, alle interazioni con le popolazioni indigene che vivevano sulla terra, e la determinazione e molte volte la spietatezza di coloro che hanno cercato di stabilirlo.
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INFO & CAST
Durata 181 min
Regia Kevin Costner
Cast
Kevin Costner: Hayes Ellison
Sienna Miller: Frances Kittredge
Sam Worthington: Tenente Trent Gephardt
Giovanni Ribisi: H. Silas Pickering
Jena Malone: Ellen/Lucy
LA RECENSIONE
Uno spettacolo visivo che si perde nell'autocelebrazione degli Stati Uniti
Gli 11 minuti e passa di applausi al Festival di Cannes e l’emozione di Kevin Costner ci hanno fatto emozionare e ben sperare. “Horizon: An American Saga – Capitolo 1” è un kolossal western ambizioso, gigantesco, visivamente eccezionale, all’alba della Guerra Civile e imperniato attorno al concetto della Promised Land americana. Costner, che ha rivoluzionato il genere con “Balla coi lupi”(1990) che vinse 7 Oscar e poi continuato con “Terra di confine – Open Range”(2003), adesso torna con questo regalo assoluto per gli amanti del genere, ma in un certo senso è anche un autoregalo in cui fa convergere tutti gli stereotipi del genere, amplificandoli e mettendolo in un unico enorme contenitore che dura quasi 3 ore, non riuscendo però a “spiegarci” tutto quello che forse aveva in mente.
Troppe sottotrame e troppi personaggi
La prima sensazione che si ha quando si esce dalla sala dopo aver visto il film è quella della sazietà visiva ma anche quella di una sorta di confusione narrativa. Agli stilemi più classici e visti migliaia di volte (il cowboy solitario, gli indigeni incazzati, le donne in pericolo e da salvare, i drammi di intere comunità, le musiche epiche, i primi piani lunghi e assolati, i panorami mozzafiato), in realtà, “Horizon: An American Saga” non aggiunge poi nulla, se non la visione autocelebrativa della fondazione degli Stati Uniti da parte di una delle star più grandi di Hollywood. La storia è ricchissima di personaggi e sottrotrame, partendo dagli Apache fino ai primi coloni, introducendo figure di donne che soffrono e/o sono in pericolo e una carovana i cui membri sono sempre in combutta tra loro. I punti di vista sono i più disparata e, dopo circa 60 minuti di pellicola, compare proprio Costner nei panni del cowboy solitario Hayes Ellison, costretto a compiere un omicidio e poi a nascondersi, la cui storia s’intreccerà con quella di altri personaggi del film.
Abbiamo davvero bisogno di quattro capitoli?
La fotografia (J. Michael Muro), il montaggio (Miklos Wright), le musiche (John Debney) e i costumi (Lisa Lovaas) sono praticamente perfetti. Ciò che rende pesante il progetto di Costner è la sceneggiatura (scritta a quattro mani con Jon Baird) veramente troppo autocelebrativa degli Stati Uniti e con buchi narrativi che forse saranno sanati nei prossimi 3 capitoli; troppe storie collaterali e personaggi secondari che non riescono a catturare la nostra attenzione e le nostre emozioni. Ci si perde in mille sguardi e dialoghi serrati e brevi che ci fanno perdere presto il focus sui filoni principali e – nonostante il cast da urlo che comprende nomi del calibro di ienna Miller (Frances Kittredge), Sam Worthington (Tenente Trent Gephardt), Giovanni Ribisi, Jena Malone, Abbey Lee, Michael Rooker, Danny Huston, Luke Wilson – non riusciamo ad essere coinvolti al 100% nelle loro storie. Speriamo che nei prossimi film della saga qualcosa cambierà, altrimenti meglio fermarsi ai primi due.
Il voto di Cinefily