48 film, 2 Oscar, 4 Golden Globe. Michael Douglas, il 25 settembre, compie 80 anni e, nella sua carriera ha spaziato in tutti i generi, regalandoci una galleria di personaggi passati alla storia del cinema.
Figlio d’arte, 48 film all’attivo, due Oscar, 4 Golden Globe e la sua stella brilla ancora. Il grande Michael Douglas, il 25 settembre, compie 80 anni e, nonostante i problemi di salute dell’ultimo periodo, non ha mai smesso di regalare ai suoi fan film e serie tv di enorme successo. Figlio del leggendario Kirk Douglas, scomparso nel 2020, e dell’attrice Diana Dill, intraprese gli studi di recitazione contro il volere paterno e, dopo la laurea all’Università della California in Drammaturgia si trasferì a New York e il suo primo ruolo al cinema fu nel film “Combattenti della notte”(1966), di Melville Shavelson, con protagonista suo padre Kirk, seguito da “Hail, Hero!”(1969), di David Miller; “Adam at Six A.M.”(1970), diretto da Robert Scheerer e “Summertree”(1971), per la regia di Anthony Newley.
La serie “Le strade di San Francisco” e L’Oscar per “Qualcuno volò sul nido del cuculo”
Il primo ruolo che lo rese noto al grande pubblico fu quello dell’ispettore Steve Keller nella serie poliziesca “Le strade di San Francisco”(1972-1976), dove faceva coppia con Karl Malden. In veste di produttore, vinse un Oscar nel 1976 per “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, celeberrimo film di Milos Forman, che portò a casa, appunto, 5 Oscar per il Miglior film, Miglior regia, Miglior attore protagonista (Jack Nicholson), Migliore attrice protagonista (Louise Fletcher) e Migliore sceneggiatura non originale. Nel 1977, sposa la produttrice Diandra Luker, che gli darà il figlio Cameron, ma dalla quale divorzierà nel 2000. Al cinema, invece, sarà in “Coma profondo”(1978), di Michael Crichton e “Sindrome cinese”(1979, candidato a 4 Oscar), di James Bridges, entrambi di grande successo al botteghino. Nel 1980, a seguito di un incidente sulle piste da sci, Douglas restò fermo per tre anni e tornò sul grande schermo con “Condannato a morte per mancanza di indizi”(1983), di Peter Hyams. La grande notorietà al cinema arrivò grazie a “All’inseguimento della pietra verde”(1984), con Kathleen Turner e Danny DeVito, che sbancò al box office, così come il sequel “Il gioiello del Nilo”(1985).
Il successo di “Attrazione fatale”, “Wall Street” e “Basic Instinct”
Nel 1987 arriva la consacrazione grazie agli straordinari “Attrazione fatale”, di Adrian Lyne, con la meravigliosa Glenn Close e “Wall Street”, di Oliver Stone, dove interpreta il ruolo cult dello spietato finanziere Gordon Gekko e che gli fece vincere il Golden Globe e l’Oscar come Miglior attore protagonista. Nel 1989, Ridley Scott lo vuole per “Black Rain – Pioggia sporca” e con Kathleen Turner gira il cult “La guerra dei Roses”, per cui riceve una nomination ai Golden Globe. Il 1992, invece, è l’anno di “Basic Instinct”, di Paul Verhoeven, con Sharon Stone, che fece un enorme scalpore (si parlò anche di una dipendenza dal sesso dell’attore) e riuscì ad incassare più di 300 milioni di dollari in tutto il mondo. Altri successi di quel periodo d’oro sono “Un giorno di ordinaria follia”(1993), di Joel Schumacher; “Il presidente – Una storia d’amore”(1995), diretto da Rob Reiner; “Delitto perfetto”(1998), di Andrew Davis e “The Game – Nessuna regola”(1997), per la regia di David Fincher.
Il matrimonio con Catherine Zeta-Jones, i film degli anni 2000 e il tumore alla gola
Il 2000 è l’anno del bellissimo “Traffic”, di Steven Soderbergh, che vinse 4 Oscar, e del matrimonio con la bellissima Catherine Zeta-Jones, dalla quale avrà i due figli Dylan Michael e Carys Zeta. Al 2003 risale “Vizio di famiglia”, di Fred Schepisi, dove divide il set col padre Kirk e col figlio Cameron. Ottimi successi al botteghino furono “Tu, io e Dupree”(2006), “Alla scoperta di Charlie”(2007) e “La rivolta delle ex”(2009) e, sempre nel 2009, ci regala il bellissimo “Solitary Man”, di Brian Koppelman e David Levien, dove divide la scena con Susan Sarandon e Danny DeVito. L’anno dopo, i fan impazziscono per l’uscita di “Wall Street – Il denaro non dorme mai”, sequel di “Wall Street”, diretto sempre da Oliver Stone e interpretato da Shia LaBeouf, Josh Brolin e Carey Mulligan. La pellicola regalò a Douglas la decima nomination ai Golden Globe e conquistò il box office. Un ottimo risultato fu ottenuto anche con “Knockout – Resa dei conti”(2011), di Steven Soderbergh e poi si cimentò nei panni del famoso pianista Liberace nel film tv “Dietro i candelabri”, sempre per la regia di Soderbergh, che gli fece vincere il quarto Golden Globe. Tutto questo avvenne dopo la diagnosi di un tumore alla gola che lo fece dimagrire vistosamente ma da cui guarì dopo vari cicli di cure.
Henry Pim nell’Universo Cinematografico Marvel e gli ultimi film
Dal 2015, inizia la sua avventura nei panni di Henry “Hank” Pym in “Ant-Man”, blockbuster Marvel, regalandosi una nuova “giovinezza” cinematografica. Pym è l’ex agente dello S.H.I.E.L.D., entomologo e fisico che nel 1963 diventa il primo Ant-Man dopo aver scoperto le particelle subatomiche che rendono possibile la trasformazione. Nel film affida a Scott Lang (Paul Rudd) il compito di diventare il nuovo Ant-Man. Nel 2014 è in “Codice unlocked”, di Michael Apted. Lo rivedremo, poi, sempre nei panni di Pim in “Ant-Man and the Wasp”(2018) e “Avengers: Endgame”(2019). L’ultimo progetto in cui l’abbiamo ammirato è stata la miniserie “Benjamin Franklin”(2024), di cui è protagonista.