Mel Brooks, mezzo secolo fa, portava al cinema il suo cult assoluto con protagonista Gene Wilder. Fu un successo globale e, adesso, “Frankenstein Junior” torna al cinema in 4K, ma solo per due giorni, precisamente il 29 e 30 ottobre. Un evento davvero imperdibile.
Sono già passati 50 anni da quando Mel Brooks decideva di portare in sala “Frankenstein Junior”, la commedia cult con protagonista Gene Wilder (autore anche del soggetto e della sceneggiatura con lo stesso regista), ispirata al romanzo “Frankenstein o il moderno Prometeo”(1818), di Mary Shelley e naturalmente al film “Frankenstein”(1931), di James Whale. L’idea di Brooks, all’epoca fu semplice: prendere un classico horror pieno di tradizione e storia e dissacrarlo riempiendolo d’ironia e sarcasmo. 50 anni dopo, questo piccolo gioiellino torna nelle nostre sale – precisamente il 29 e il 30 ottobre – con Nexo Studios e per la prima volta in 4K.
Risate in bianco e nero
Girato in bianco e nero, il film si apre nella New York anni ’30. Qui il professore universitario Frederick Frankenstein (Gene Wilder), nipote del famoso dottor Victor von Frankenstein, riceve la notizia che il defunto barone gli ha lasciato un castello in Transilvania. Il professore decide così di andare in Romania dove incontra l’aiutante gobbo Igor (Marty Feldman), nipote del vecchio assistente del nonno, la procace assistente Inga (Teri Garr) e l’inquietante Frau Blücher (Cloris Leachman), nominando la quale è tutto un nitrire di cavalli spaventati. Sarà lei a far trovare a Frederick gli appunti del nonno, a cui il professore scettico, ma non troppo, non resta insensibile e che gli fa dire poi la famosa frase cult: “Si può fare!”, nel senso che l’impresa del Barone, quella di dar vita a un cadavere, è ancora possibile. Da qui tutta una serie di esilaranti incidenti di percorso.
Il cult assoluto di Mel Brooks
Commedia fantasy/horror ormai incastonata nella storia del cinema, “Frankenstein Junior” è il quarto film da regista di Mel Brooks ma, senza alcun dubbio, il più riuscito di tutti. Nel 2000, l’AFI l’ha inserito al tredicesimo posto nella classifica delle migliori cento commedie americane di tutti i tempi mentre nel 2003 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. All’epoca fu campione d’incassi e ottenne anche due candidature agli Oscar: Migliore sceneggiatura non originale a Mel Brooks e Gene Wilder e Miglior sonoro a Richard Portman e Gene S. Cantamessa. Riuscì, invece, a portare a casa ben 5 Saturn Award: Miglior film horror, Migliore regia, Miglior attore non protagonista (Marty Feldman), Migliore scenografia e Miglior trucco. Non ci resta che prenotare i nostri biglietti.