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Presentato alla 19° Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public, il nuovo film di Gabriele Muccino, "Fino alla Fine", è una romantica storia d’amore sotto il sole della Sicilia che ben presto si trasforma in un thriller d’azione capace di mantenere alta la tensione fino all’ultimo minuto.

Il regista de “L'ultimo bacio” che per lungo tempo si è cimentato con Hollywood (dove ha diretto, tra gli altri, “La Ricerca della Felicità” e “Sette Anime”), si misura per la prima volta con un genere ad alto tasso di adrenalina. Il suo proverbiale stile di direzione degli attori, che lo porta ad “agitare, sudare e urlare” secondo le parole di uno di loro, aggiunge frenesia alla frenesia, portando il film a livelli di intensità quasi estremi.

https://www.youtube.com/watch?v=zzVk9oKg6a4
LA TRAMA

Quando una romantica storia d’amore diventa un thriller adrenalinico

Sophie, una giovane americana di vent’anni, ha vissuto tutta la vita sottovuoto e in solitudine. Durante una vacanza a Palermo con la sorella, nelle ultime 24 ore prima del ritorno in California, incontra Giulio e il suo gruppo di amici siciliani. Queste 24 ore cambieranno per sempre la sua esistenza. Desiderosa di vivere fino in fondo, Sophie decide di scegliere di camminare sull’orlo del baratro trascinandosi in una vertigine pericolosa, trasformando una semplice avventura in una battaglia per la sopravvivenza, il riscatto e l’adrenalina pura. In questo labile confine tra vita e morte, Sophie verrà risucchiata dal fascino del pericolo, commettendo errori che marchieranno la sua vita, cambiandola per sempre.

Recensione di Fino alla Fine
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INFO & CAST
Anno 2024
Durata 158 min
Regia Gabriele Muccino

 

Cast
Elena Kampouris: Sophie
Saul Nanni: Giulio
Lorenzo Richelmy: Komandante
Enrico Inserra : Samba
Francesco Garilli: Sprizz

LA RECENSIONE

La ricerca della ...libertà

Chi avrebbe mai detto di vedere Gabriele Muccino alle prese con un thriller? Abituati ai suoi drammi familiari, ricchi di emozioni e introspezione, ci ritroviamo sorpresi da questo nuovo capitolo della sua filmografia. “Fino alla fine” è un’autentica sfida per il regista, che si cimenta con un genere molto diverso dal suo solito. Eppure, la sua mano si sente eccome, soprattutto nella regia degli attori, che riescono a trasmettere al pubblico tutta la tensione e la complessità dei loro personaggi.

Sophie, vera protagonista della storia, incarna una forza vitale indomabile che, dopo aver vissuto a lungo in uno stato di prigione emotiva, sceglie di uscire dal proprio bozzolo e tuffarsi nella vita sfidando sé stessa e il mondo. Un po’ come la Rose di Titanic, il suo è un viaggio verso una nuova vita priva di rimpianti, alla scoperta dell’ignoto. Pericolosa certamente ma dopo tutto fondamentale se si vuole vivere davvero fino in fondo.

È interessante vedere come il confine tra il bene e il male, il lecito e l’illecito, possa sfumare e come sia più facile del previsto trovarsi dalla parte sbagliata. Nonostante qualche eccesso, forse non sempre è necessario urlare per comunicare entusiasmo o paura, e qualche incongruenza nella credibilità di alcune situazioni, il film rimane comunque un buon esempio del genere action con un sottofondo sentimentale.

Recensione di Fino alla Fine

La produzione del film è adrenalina stessa

Muccino, maestro della regia, ha sperimentato nuove tecniche cinematografiche per questo film. Una di queste è l’utilizzo di un prototipo di camera che si immerge nell’abitacolo di un’auto in movimento, riprendendo gli attori a 360 gradi. Come afferma il regista, “È un film girato con i brividi, un film che non simula l’adrenalina, ma la vive”. E questo si vede chiaramente sullo schermo.

IN CONCLUSIONE

Un film che ti tocca nel profondo. "Fino alla fine" è un'esperienza cinematografica che va oltre le generazioni. I più giovani si riconosceranno nei protagonisti e nelle loro sfide, mentre gli adulti troveranno spunti di riflessione sulla vita e sulle scelte che hanno fatto. Un'avventura adrenalinica che ti farà emozionare, ridere e piangere, lasciandoti con un messaggio potente e universale.

Il voto di Cinefily

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