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50 anni fa ci lasciava Vittorio De Sica, incomparabile genio del Neorealismo

By Novembre 12, 2024Novembre 14th, 2024No Comments

150 film da attore e 29 da regista, 4 Oscar e un’infinità di altri premi. Genio del Neorealismo, Vittorio De Sica è stato uno dei più grandi attori e registi del cinema italiano e internazionale e il 13 novembre ricorre il 50esimo anniversario della sua morte. Noti sono i sodalizi con Sophia Loren, Gina Lollobrigida e Marcello Mastroianni e con alcuni dei più grandi registi della sua epoca. Le leggende come lui vivranno in eterno proprio grazie alle sue straordinarie pellicole.

Il 13 novembre 2024 ricorre il 50° anniversario della morte di Vittorio De Sica (1901-1974) uno dei più grandi registi e attori del cinema italiano e internazionale, nonché figura centrale nel movimento del Neorealismo. De Sica ha girato circa 150 film da attore e 29 da regista, lasciando la sua inconfondibile impronta nel panorama cinematografico mondiale grazie alla sua capacità di raccontare storie di persone comuni, in particolare degli emarginati e dei poveri, con uno stile unico che mescola abilmente sensibilità, realismo sociale e grande capacità espressiva. E’ impossibile non ricordare pellicole come “Sciuscià”, “Ladri di biciclette”, “Ieri, oggi, domani” e “Il giardino dei Finzi Contini”, che hanno portato a casa l’Oscar al Miglior film in lingua straniera mentre il bellissimo “Matrimonio all’italiana” ottenne solo la candidatura. Ma come dimenticare “I bambini ci guardano”, “Miracolo a Milano”, “Umberto D.”, “L’Oro di Napoli” e “La ciociara”, che regalò l’Oscar alla sua amica e musa Sophia Loren. Inarrivabile, sensazionale, genio e indimenticabile icona della settima arte.

La carriera teatrale

La carriera di Vittorio De Sica si è estesa per più di quattro decenni, durante i quali ha realizzato alcuni dei film più importanti della storia del cinema. Nacque il 7 luglio 1901 a Sora, nel Lazio. Cresciuto in una famiglia borghese – il papà Umberto lavorava in banca mentre la mamma Teresa (napoletana) era una casalinga. Nel 1914 si trasferì a Napoli poi a Firenze, dopo la guerra, e a Roma. Già a 15 anni mostrò un grande interesse per le arti, in particolare per il teatro e il cinema. Proprio a Roma, negli anni ’20, intraprende la carriera di attore, lavorando inizialmente in teatro. Dopo il diploma in ragioneria, nel 1923 esordisce a teatro con “Sogno d’amore”, di Aleksander Kororotov, con la compagnia di Tatiana Pavlova e poi con quella di Luigi Almirante, Sergio Tofano e Giuditta Rissone (quest’ultima fu anche sua moglie e dal loro matrimonio nacque la figlia Emilia). In seguito, conobbe l’attore livornese Umberto Melnati, col quale formò una coppia di successo non solo a teatri ma anche in campo discografico e in trasmissioni radiofoniche.

Il successo come attore

De Sica iniziò a farsi conoscere come attore cinematografico alla fine degli anni ’20 e inizio dei ’30, partecipando a numerosi film, tra cui alcune commedie leggere e pellicole di intrattenimento. Prende parte a film muti di Mario Almirante tra cui “La bellezza del mondo”(1927) e “La compagnia dei matti”(1928) e dal 1932 in poi diventa uno degli attori più richiesti con Amedeo Nazzari, Gino Cervi e Fosco Giachetti. Tra i film più importanti ricordiamo “Gli uomini, che mascalzoni…”(1932) e “Darò un milione”(1935), “Il signor Max”(1937), “I grandi magazzini”(1939), tutti diretti da Mario Camerini e “Manon Lescaut”(1940), di Carmine Gallone. All’attività di attore affiancò quella da regista ma non disdegnò mai di essere diretto da grandi suoi amici che hanno fatto la storia del cinema. Nel 1948 vince il Nastro d’Argento e nei primi anni ‘50, ottiene un grande seguito grazie ai film di Alessandro Blasetti e da Luigi Comencini affiancato da Gina Lollobrigida, ovvero “Altri tempi – Zibaldone n.1”(1952); “Pane, amore e fantasia”(1953), dove interpretava l’indimenticabile maresciallo Carotenuto, presente anche in “Pane, amore e gelosia”, “Pane, amore e…” del 1955, con Sophia Loren e “Pane, amore e Andalusia”, del 1958 con Peppino De Filippo. Nel 1961, affiancò Totò nel film “I due marescialli” a recitò anche in molto film col suo amico Alberto Sordi come “Il conte Max”(1957), “Il moralista”(1959), “Il vigile”(1960) e “Un italiano in America”(1967).

La carriera da regista e il Neorealismo

La carriera da regista inizia nel 1939 con “Rose scarlatte” mentre negli anni ’40, De Sica diventa uno dei principali esponenti del Neorealismo italiano, un movimento cinematografico che si sviluppò dopo la Seconda Guerra Mondiale e che si concentrava sulla rappresentazione realistica della vita quotidiana, spesso mettendo in scena le difficoltà degli strati sociali più poveri e sfruttati. I suoi quattro pilastri di questo movimento sono “Sciuscià”(1946),Ladri di biciclette”(1948), “Miracolo a Milano”(1951) e “Umberto D.”(1952). Le prime due pellicole vinsero l’Oscar al Miglior film in lingua straniera e il Nastro d’argento per la migliore regia. Nel 1942, conobbe l’attrice catalana Maria Mercader e, dopo il divorzio dalla Rissone, la sposò e dal matrimonio nacquero Manuel e il famoso Christian. Altri film importantissimi sono “L’oro di Napoli”(1954), tratto dai racconti di Giuseppe Marotta e ovviamente “La ciociara”(1960), tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia, che fece vincere l’Oscar a Sophia Loren e portò a casa una valanga di altri premi. E’ noto il suo sodalizio con la meravigliosa attrice napoletana, con la quale lavorò anche in “Boccaccio ‘70”(1962), affiancati da Marcello Mastroianni; “Ieri, oggi e domani”(1963), “Matrimonio all’italiana”(1964) e “I girasoli”(1970).

Grazie al bellissimo “Il giardino dei Finzi Contini”, nel 1972 portò a casa il quarto Oscar e l’Orso d’Oro a Berlino. Gli ultimi due film da regista sono “Una breve vacanza”(1973) e “Il viaggio”(1974). Da attore, invece, lo vedremo ancora in “Dracula cerca sangue di vergine… e morì di sete!!!”(1974), di Paul Morrissey e Antonio Margheriti; “C’eravamo tanto amati”(1974), di Ettore Scola e nel filmtv “L’eroe”(1974), di Manuel De Sica. De Sica è morto a soli 73 anni a seguito di un intervento per un tumore ai polmoni, all’ospedale americano di Neuilly-sur-Seine, a Parigi. il regista Ettore Scola gli dedicò proprio “C’eravamo tanto amati”, in cui compare in un filmato di repertorio mentre nella sua amata Napoli gli è stata dedicata una strada nel quartiere Stella.

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