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Agli ultimi Golden Globe era bellissima ed emozionatissima quando ha ritirato la sua prima statuetta in assoluto, dopo 45 anni di carriera. Eppure, Demi Moore, 62 anni portati in maniera assurda, è uno dei sex symbol degli anni ’90, protagonista di cult assoluti come “Ghost” e “Proposta Indecente”, ma il suo valore attoriale non era mai stato riconosciuto finora, anzi, è stata sempre definita, per sua stessa ammissione, un’attrice da “popcorn”. Grazie a “The Substance” (e dopo ben 47 pellicole) la situazione è cambiata e adesso si avvia verso gli Oscar 2025. Noi di Cinefily abbiamo scelto 8 sue pellicole che dovete assolutamente recuperare.

Gli 8 film più belli di Demi Moore

1 – A proposito della notte scorsa… (1986), di Edward Zwick

Zwick, nel 1986, portava al cinema questo bellissimo film basato sull’opera teatrale di David Mamet, “Sexual Perversity in Chicago”. La trama ruota attorno alla relazione tra due giovani – interpretati dai giovanissimi Rob Lowe e Demi Moore – ovvero Danny e Debbie, che s’incontrano durante una notte di festa e iniziano una relazione d’amore intensa e passionale. Dopo un incontro casuale, la loro connessione diventa rapidamente più profonda, ma le differenze tra i loro stili di vita e le aspettative personali portano a forti complicazioni nella loro relazione. Oltre alla coppia protagonista, nel film ci sono anche altri personaggi interpretati da Elizabeth Perkins e Jim Belushi, che aggiungono ulteriori prospettive sulla dinamica di coppia. All’epoca, la pellicola ebbe critiche miste, ma è stata apprezzata proprio per le performance degli attori principali. Nel 2014 è stato prodotto un remake, intitolato “About Last Night”, che vede Kevin Hart e Michael Ealy come protagonisti.

2 – Ghost – Fantasma (1990), di Jerry Zucker

Beh, “Ghost” è il suo film più famoso, premiato e che con gli anni è diventato un cult assoluto della storia del cinema. La trama è un mix di dramma, amore e suspense e racconta la storia di Sam Wheat (Patrick Swayze), un uomo d’affari che viene ucciso in un’aggressione durante un tentativo di rapina. Dopo la sua morte, Sam scopre che la sua anima rimane intrappolata sulla Terra, incapace di trovare la pace. Desiderando proteggere la sua compagna, Molly Jensen (Demi Moore), Sam si rende conto che la sua morte non era casuale e che c’è un misterioso complotto dietro l’incidente. Nel tentativo di comunicare con la fidanzata, Sam trova aiuto in una medium di nome Oda Mae Brown (Whoopi Goldberg), una donna che inizialmente è scettica riguardo le sue capacità, ma che alla fine diventa un’alleata. Attraverso la medium, Sam è in grado di comunicare con Molly e cercare di risolvere il mistero della sua morte. La pellicola ottenne un enorme successo di pubblico, vincendo 2 Oscar, uno per la Miglior sceneggiatura originale e l’altro per la Migliore attrice non protagonista, andato a Whoopi Goldberg.

3 – Codice d’onore (1992), di Rob Reiner

Il film di Rob Reiner è basato su una pièce teatrale di Aaron Sorkin e narra la storia del tenente Daniel Kaffee (Tom Cruise), un giovane e impaziente avvocato della Marina degli Stati Uniti, che è incaricato di difendere i due marines accusati di aver ucciso un compagno di reparto durante un “codice d’onore” – un atto di disciplina, secondo loro, imposto dai superiori. Kaffee è inizialmente poco motivato e tende a risolvere il caso con un accordo rapido, ma viene spinto dalla sua collega, il tenente comandante Joanne Galloway (Demi Moore), a scavare più a fondo nel caso, sospettando che ci sia qualcosa di più dietro quella morte. Durante il processo, Kaffee e Galloway scoprono che la morte del soldato William Santiago è stata il risultato di un ordine diretto da un ufficiale superiore, il Colonnello Nathan R. Jessep (Jack Nicholson), che aveva ordinato un “codice rosso” (una forma di punizione violenta) per Santiago, considerato indegno. Il caso si sviluppa in un intenso scontro tra il giovane avvocato e il potente colonnello, portando a un confronto drammatico in tribunale. Il film è stato un enorme successo sia di critica che di pubblico ed è considerato uno dei migliori thriller legali mai realizzati. Demi Moore, nel ruolo di una donna determinata e competente, ricevette molti elogi per la sua performance, così come Tom Cruise e Jack Nicholson. Il film fu anche nominato a vari premi, tra cui 4 nomination agli Oscar.

4 – Proposta indecente (1993), di Adrian Lyne

Diana (Demi Moore) e David Murphy (Woody Harrelson) sono una giovane coppia di sposi che vive una vita semplice e felice. Un giorno, dopo aver perso i loro risparmi in un investimento sfortunato, i due si trovano in difficoltà finanziarie. Durante una vacanza a Las Vegas, incontrano un affascinante e ricco uomo d’affari, John Gage (Robert Redford), che gli fa una proposta incredibile: un milione di dollari in cambio di una notte con Diana. David è inizialmente contrario all’idea, ma dopo aver riflettuto sulle difficoltà economiche che stanno affrontando, la coppia accetta, pur consapevole delle implicazioni morali e personali di tale decisione. La situazione prende una piega drammatica quando Diana accetta l’offerta di Gage e trascorre una notte con lui, ma i sentimenti di colpa, le tensioni e le insicurezze iniziano a distruggere il matrimonio. Il successo fu clamoroso e gli incassi raggiunsero la cifra di 266.6 milioni di dollari in tutto il mondo. Ad oggi, è un’altra pellicola cult della filmografia della Moore.

5 – La lettera scarlatta (1995), di Roland Joffé

Basato sul celeberrimo romanzo omonimo di Nathaniel Hawthorne, il film si svolge nella Nuova Inghilterra del 1600, in una rigida comunità puritana, e segue la storia di Hester Prynne (Demi Moore), che viene condannata per aver avuto una relazione extra matrimoniale. Quando il suo peccato viene scoperto, la giovane è costretta a indossare una “lettera scarlatta” sulla sua veste, come simbolo pubblico del suo peccato e per stigmatizzare la sua trasgressione. La trama si concentra sul conflitto interiore di Hester, che si rifiuta di rivelare il nome del padre del suo bambino, frutto della sua relazione illecita. Nonostante la condanna sociale e l’ostracismo, la donna si mostra forte e determinata nel crescere il suo figlioletto, Pearl, e nel mantenere il segreto riguardo l’identità del padre. Il personaggio di Arthur Dimmesdale, il ministro della comunità (interpretato da Gary Oldman), gioca un ruolo centrale nella storia, poiché, pur amando Hester, è incapace di confessare pubblicamente il suo peccato, alimentando il dramma. Il film non ottenne successo al botteghino e alcuni critici lamentarono la scarsa aderenza al romanzo e una narrazione a tratti poco coinvolgente ma, come spesso accade, negli anni è stato totalmente rivalutato.

6 – Soldato Jane (1997), di Ridley Scott

Ridley Scott dirige Demi Moore nei panni di Jordan O’Neill, una donna che viene selezionata per entrare a far parte di un programma di addestramento delle forze speciali della Marina degli Stati Uniti, noto come “SEAL”. O’Neill è spinta dalla voglia di superare sé stessa e dimostrare che una donna può essere altrettanto capace di affrontare le dure sfide fisiche e psicologiche imposte da un addestramento così rigoroso. La pellicola si concentra sul suo percorso nel superare qualsiasi tipo di ostacolo, affrontando sia le difficoltà dell’addestramento che il disprezzo e la discriminazione che le vengono riservati dai suoi colleghi uomini e dai superiori. Durante il processo, O’Neill deve affrontare anche il suo stesso senso di dubbio e vulnerabilità, ma è determinata a non arrendersi, mostrando una forza interiore straordinaria.

“Soldato Jane” è stato apprezzato per la performance fisica e determinata di Demi Moore, che si sottopose a un allenamento intenso per prepararsi al ruolo. Tuttavia, il film ha suscitato opinioni contrastanti: da una parte, è stato lodato per il suo messaggio di empowerment femminile e la forza del personaggio principale, ma dall’altra ha ricevuto critiche per alcuni elementi della trama e per come alcuni aspetti del personaggio e della narrazione sono stati sviluppati. In generale, la pellicola è diventata un cult per molti cinefili che apprezzano il tema della lotta per l’uguaglianza e per la determinazione personale di una donna che si fa strada in un ambiente estremamente sessista.

7 – Half Light (2006), di Craig Rosenberg

Half Light” è un thriller psicologico che segue la storia di Rachael Carlson (Demi Moore), una famosa scrittrice di romanzi gialli, che sta affrontando una profonda tragedia: la morte di suo figlio. Per cercare di fuggire dal dolore e dalla sofferenza, Rachael si trasferisce in una piccola e isolata località sulla costa scozzese, dove spera di trovare un po’ di pace e ispirazione per il suo prossimo libro. Tuttavia, nella nuova casa, la donna comincia a sperimentare eventi strani e inquietanti. Inizia a vedere e sentire la presenza di qualcuno che sembra essere il suo defunto figlio, ma non è chiaro se stia semplicemente perdendo la sanità mentale o se ci sia davvero qualcosa di soprannaturale in gioco. Inoltre, Rachael viene coinvolta in un misterioso caso di omicidio che riguarda un uomo che sembra essere legato alla sua casa.

8 – The Substance (2024), di Coralie Fargeat

Elisabeth Sparkle (Demi Moore) è un’ex star di Hollywood che allo scoccare dei 50 anni vede la sua carriera ormai al capolinea. Quanto è disposta a mettere in gioco per non essere messa da parte e venire dimenticata per sempre? La soluzione per soddisfare le proprie ambizioni, perseguendo ossessivamente l’ideale di giovinezza e perfezione imposti dall’estetica dominante è a portata di mano, ed è chiamate “The Substance”, una sorta di elisir che promette miracoli. Ci sono, però, delle regole da rispettare e un delicato equilibrio da stabilire. A ogni infrazione si presenterà un conto salato da pagare sulla propria pelle. Il film ha vinto il Prix du Scenario al Festival di Cannes 2024, dove ha ricevuto circa 11 minuti di applausi e 5 nomination ai Golden Globe, facendo vincere la sua prima statuetta a Demi Moore. Ne sentiremo parlare sicuramente anche agli Oscar.

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