“Bridget Jones – Un amore di ragazzo” (Bridget Jones: Mad About the Boy) diretto da Michael Morris, con protagonisti Renée Zellweger, Hugh Grant, Chiwetel Ejiofor e Leo Woodall sbarca al cinema a partire dal 27 febbraio. Tratta dall’omonimo romanzo del 2013 di Helen Fielding, la pellicola è il quarto capitolo della saga cinematografica di Bridget Jones, iniziata nel 2001 con “Il diario di Bridget Jones” e proseguita con “Che pasticcio, Bridget Jones!” (2004) e “Bridget Jones’s Baby” (2016). Noi l’abbiamo visto per voi cinefili doc e vi raccontiamo cosa ne pensiamo. Intanto, prenotate i vostri biglietti!
LA TRAMA
Il mondo post-Darcy
Bridget è di nuovo sola, rimasta vedova quattro anni prima quando Mark è stato ucciso in una missione umanitaria in Sudan. Ora è una madre single, impegnata a crescere da sola Billy, di nove anni, e Mabel, di quattro, trovandosi in uno stato di limbo emotivo e affrontando la vita con l’aiuto dei suoi fedeli amici e persino del suo ex amante, Daniel Cleaver. Pressata dalla sua “Famiglia Urbana” – Shazzer, Jude e Tom, la sua collega di lavoro Miranda, sua madre e la sua ginecologa Dr. Rawlings – a intraprendere un nuovo percorso nella vita e nell’amore, Bridget torna a lavorare e prova persino a usare le app di incontri, dove presto viene corteggiata da un uomo più giovane e affascinante. Nel tentativo di bilanciare lavoro, famiglia e amore, Bridget affronta il giudizio delle mamme perfette a scuola, si preoccupa per Billy che soffre per l’assenza del padre e si imbatte in una serie di incontri imbarazzanti con il razionale insegnante di scienze di suo figlio.
INFO & CAST
Durata 125 min
Regia Michael Morris
Cast
Renée Zellweger: Bridget Jones
Hugh Grant: Daniel Cleaver
Emma Thompson: Dottoressa Rawlings
Chiwetel Ejiofor: Scott Wallaker
Leo Woodall: Roxster
LA RECENSIONE
Non basta sopravvivere, devi vivere!
Di solito, quando sentiamo parlare di sequel storciamo il naso immaginando che si tratti della solita storiella girata solo per allungare il brodo di una saga che, probabilmente, già ha stancato. Invece, con “Bridget Jones – Un amore di ragazzo” accede esattamente l’opposto. Questo quarto capitolo è stato una grandissima sorpresa perché, ormai non è uno spoiler tanto lo avrete visto già dal trailer, Bridget è sempre la stessa ma deve fare i conti con le conseguenze della morte del suo amato Mark Darcy (Colin Firth) e col fatto di essere una mamma vedova con tremila cose da fare. Oltre agli amici, sarà suo padre, in una camera di ospedale, a farla uscire finalmente dal suo torpore con la frase “Non basta sopravvivere. Devi vivere!” e da quel momento partirà il suo rinnovamento. Il regista Michael Morris è straordinario nell’alternare scene divertentissime ad altrettante molto commoventi (eh si, ci è scappata anche qualche lacrimuccia), merito anche di una sceneggiatura – scritta da Helen Fielding, Dan Mazer e Abi Morgan – che mescola magistralmente i due registri.
La rinascita della sgangherata Bridget
Bridget torna ad essere la goffa, incasinata e sgangherata donna di sempre che, conservando sempre nel cuore l’amore della sua vita, decide di togliersi il pigiama di pile e di tornare a vivere, a lavorare in televisione come produttrice, a non sentirsi più a disagio con le altre mamme e ad uscire con gli uomini. Con lei ci saranno gli amici di sempre e i grandiosi Hugh Grant ed Emma Thompson, rispettivamente nei panni del donnaiolo impenitente Daniel Cleaver e della ginecologa Rawlings, cinica ma sempre molto schietta e pronta ad aiutarla. E gli uomini? Stavolta a farle battere il cuore ci sono il severo e integerrimo professore di scienze del figlio, Scott Wallaker (Chiwetel Ejiofor) e il giovanissimo e bellissimo Roxster (Leo Wadall), conosciuto in una circostanza che vi farà morire dal ridere. Le tematiche più importanti si svolgono proprio mentre lei vive questa sua rinascita, ovvero come elaborate il lutto e la perdita, come approcciarsi nuovamente agli uomini (utilizzando anche le app più famose) e rapportarsi in maniera intelligente e consapevole al tempo che passa inesorabilmente (divertentissima la scena del siero labbra miracoloso!).
IN CONCLUSIONE
Renée Zellweger è, come al solito, eccezionale nel ruolo, stavolta molto più complesso, emotivamente e psicologicamente, ma sempre esilarante. Non ha più 27 anni ma i mutandoni della nonna ricompariranno per un momento, così come anche i piumoni, il diario e la casa piena di cianfrusaglie. Molti si rivedranno ancora in lei, nella sua resilienza, nella forza di vedere il lato positivo delle cose e nel trasformare i ricordi in propellente per andare avanti, anche quando il mondo sembra crollare. D’altronde, c’è sempre un motivo per andare avanti e il suo Darcy non la abbandonerà mai (emozionanti le brevissime apparizioni di Colin Firth e del simbolico gufo bianco). Menzione speciale alle musiche di Dustin O’Halloran, alla fotografia di Suzie Lavelle e alle scenografie di Molly Emma Rowe, assolutamente perfette. Non pensavamo di dare 5 stelle al film, e invece le merita davvero tutte.
Il voto di Cinefily