“I Peccatori”(“Sinners”), di Ryan Coogler, potrebbe fare il botto in men che non si dica. Il protagonista Michael B. Jordan è alla sua quinta collaborazione con il cineasta e proprio lui, ha condiviso il poster del film sui social media, confermando le voci che circolavano, ossia quelle per cui lui interpreterà un doppio ruolo. Infatti, l’attore statunitense reciterà calandosi nei panni di due gemelli. Il suo commento è stato: “Balla con il diavolo… e ti seguirà fino a casa”. La descrizione ufficiale del film presenta la trama come segue: “Cercando di lasciarsi alle spalle vite difficili, due fratelli gemelli tornano nella loro città natale per ricominciare, solo per scoprire che un male ancora più grande li aspetta”. Noi l’abbiamo visto e vi raccontiamo le nostre impressiono, senza spoiler.
LA TRAMA
Smoke e Stack tra redenzione e oscurità
Smoke e Stack (Michael B, Jordan), due fratelli gemelli tornano nella loro città natale per ricominciare da capo e cercare la libertà da un passato oscuro. Ma si rendono conto che un potere maligno molto più temibile sta aspettando con ansia il loro ritorno…”Se balli con il diavolo, un giorno verrà e ti riporterà a casa.”
INFO & CAST
Durata 138 min
Regia Ryan Coogler
Cast
Michael B. Jordan: Smok e Stack
Hailee Steinfeld: Mary
Miles Caton: Sammie
Jack O’Connell: Remmick
Wunmi Mosaku: Annie
LA RECENSIONE
Il mix perfetto di Coogler tra horror, thriller e action
Ryan Coogler è un grande regista e lo ha dimostrato con film come “Creed”(2015), “Black Panther”(2018) e “Black Panther: Wakanda Forever”(2022). Noi siamo stati catturati già dal trailer de “I Peccatori”, dalla trama e dall’idea del doppio ruolo affidato al bravissimo Michael B. Jordan, ormai suo attore feticcio. E non ci sbagliavamo. Coogler decide di girare in 65mm, regalandoci 137 minuti di cinema purissimo, un po’ retrò ma con piglio moderno, mescolando horror, thriller e action, parlando di fratellanza, resilienza e redenzione. I fratelli Smoke e Stack, dopo molti anni, tornano nella loro Chicago degli anni ’30 e aprono un juke joint, un locale che unisce musica blues, ballo e drink per i fratelli afroamericani. I due coinvolgono anche il cugino musicista Sammie (straordinario anche Miles Caton) e altre persone, ma qualcosa non va perché quella musica e quel posto attirano forze oscure, vampiri famelici che metteranno a ferro e fuoco quel luogo in un modo a dir poco spaventoso. Strizzando l’occhio al cult “Dal tramonto all’alba” di Robert Rodriguez, ma anche al meno noto “30 giorni di buio”(2007), di David Slade, Coogler (autore anche della sceneggiatura) costruisce un film originale, pieno di ritmo, che parte in maniera un po’ didascalica, ma poi esplode nella seconda parte con una forza dirompente e catartica, che vira verso lo stile di Carpenter ne “La notte dei morti viventi” e che non ci molla per un secondo.
L'ispirazione alla leggenda di Robert Johnson
La musica è fondamentale. Coogler ha preso spunto dalla leggenda di Robert Johnson, uno dei più grandi bluesman di sempre, che da ragazzino vendetta la sua anima al diavolo per suonare la chitarra meglio di chiunque altro al mondo. Partendo da questa storia, il regista ha voluto che la colonna sonora fosse curata dal geniale Ludwig Goransson ed è proprio il suo blues ad essere croce e delizia degli avventori e dei vampiri, a sfidare l’oscurità e ad essere buio e luce allo stesso tempo. Il racconto scivola sulle note, si fa man mano più intenso, le storie s’intrecciano, i “morsi” aumentano e l’atmosfera si fa sempre più cupa fino all’exploit finale e all’ultima sequenza inaspettata che vi piacerà tantissimo.
100 milioni di budget usati alla grande
I 100 milioni di budget sono stati ben spesi perché Coogler ha voluto con sé solo i migliori. Il direttore della fotografia è la bravissima Autumn Durald Arkapaw e il suo lavoro, in pratica, ha decretato la bellezza dell’intera pellicola (vedere per credere). Divisi tra luce e buio, i personaggi si muovono in quest’inferno sulla Terra che li nasconde e li illumina a seconda delle loro azioni e tutto questo ci fa letteralmente impazzire. Che dire poi del montaggio? Il salto temporale effettuato nel finale vi travolgerà e varrà il prezzo del biglietto. Applausi anche per i costumi di Ruth E. Carter e le scenografie di Hannah Beachler, totalmente aderenti alle epoche raccontate. Unica pecca? Forse ci sono troppe storie e personaggi secondari che andavo sviluppati un po' meglio, ovvero quelli di Hailee Steinfeld (Mary), Jack O’Connell (Remmick) e Wunmi Mosaku (Annie), ma non possiamo anticiparvi nulla in merito perché dovremmo fare spoiler e non è il caso.
Il voto di Cinefily